Alessandro Calascibetta has been active in fashion since the late 80s. He started off his career at L'Uomo Vogue, after that with Mondo Uomo. Afterward, he became Fashion Director at Harper's Bazaar Uomo, and in 2000 founded Uomo which he directed until 2003. Following that, he started collaborating with Rizzoli. Since january 2015 he is the Editor in Chief of Style Magazine, and still remains as Man Fashion Director for Io Donna and Sette.
fashion shows
PARIGI: LANVIN, Y-3, PAUL SMITH, SAINT LAURENT PARIS
LANVIN
Sfilata Straordinaria. Una collezione che merita di essere vista e rivista; e analizzata con attenzione. Uno stesso uomo, due anime. La sfilata é come “spezzata” in due zone circoscritte da contorni molto nitidi: la prima parte é più elegante e decostruita, décontracte come direbbero i francesi, dove i cappotti e i soprabiti sono realizzati con tagli asimmetrici incredibili, accompagnati da lunghissime sciarpe in lana spessa e grossa. La seconda parte, invece, fa rivivere gli anni ’80, con stampe colore flash/geometriche su fondo scuro, in modo particolare sulle cravatte e sulle camicie; chi rammenta la Punch di Stefano Ottina, ritroverà in questi dettagli di Lanvin, quello stesso movimento stilistico. Molti i capispalla in pelle, nera o fucsia: sono già tendenza. Un esempio di creatività e di libertà di pensiero applicate alla Moda di rara eccellenza.
Y-3
Moda Tech/Sport. La grande differenza di oggi rispetto allo sportswear-techno introdotto negli anni ’90, è che la commistione tra i due generi – adesso – è un’amalgama finemente sintonizzata; in sintesi, i tessuti performanti che derivano dall’abbigliamento sport, si fondono con le stoffe e il look diventa più moda, più dolce e più elegante. Bella collezione, firmata da Yohij Yamamoto per Adidas.
PAUL SMITH
Paul Smith ripesca un trend dimenticato da un bel pezzo: l’etnico. Lo interpreta a modo suo, naturalmente. La collezione riprende – su alcuni capi e accessori – i motivi dei tappeti dell’Africa del nord e del medio Oriente. Non é un esercizio di stile didascalico, ovvio: Sir Smith propone un etnico-rock, ravvivando le tinte calde dei paletot e delle mantelle, con camicie, maglie e calzature decorate da paillettes e lurex. Le catene, lunghe e piene di ciondoli, rimandano ai bijoux in voga negli anni ’70: ne venderà a palate. Una collezione Speciale, Completa. Di grande impatto.
SAINT LAURENT PARIS
Negli anni ’90 Slimane aveva disegnato poche ma indimenticabili collezioni per Yves Saint Laurent Homme, siamo in pochi a ricordarcene: era una moda sublime, elegantissima, totalmente innovativa. Assolutamente up to date per l’epoca. Slimane, però, resta anche per questa stagione “aggrappato” alla cifra stilistica del “suo” Dior Homme. Anche stavolta, grande aspettativa e budget importanti: invito costosissimo, location e show faraonici. Nessuna novità nella collezione, creata sullo stereotipo maschile caro allo stilista: jeans in pelle o tessuto aderentissimi, chiodo in nappa e le immancabili sciarpe street-style in lana scozzese. Una zona della sfilata, però, si differenzia per tagli e volumi; è evidentemente ispirata al movimento “zazou”; braghe corte e larghe e giacche e cappotti oversize. Molto interessanti anche i tweed e alcune stampe neo-op.
PARIGI: BERLUTI, DIOR HOMME, KENZO, HERMÈS
BERLUTI
Il debutto di Berluti by Alessandro Sartori in passerella. Questa volta preferisce la più canonica sfilata, alle eccellenti presentazioni statiche fatte nelle scorse edizioni: una scelta che mette in risalto anche l’agilità e il comfort delle sue creazioni, che – come sempre – ribadiscono uno stile elegante e sontuoso. Il rosso-vino e il blu-cobalto sono bellissimi.
DIOR HOMME
La sfilata di ieri é da considerare come il vero debutto di Kris Van Assche per Dior Homme. Sembra proprio che lo stilista sia finalmente riuscito a sbarazzarsi dell’eredità ingombrante del suo predecessore. C’é voluto del tempo, certo: presumo che la maison Dior abbia deciso solo adesso di lasciare carte blanche a Van Assche, altrimenti non si spiegherebbe perché – per anni – è rimasto vincolato ad uno stile poco personale e troppo monotematico. Con questa collezione lo stilista dimostra di avere carattere e talento da vendere. Bellissima sfilata.
KENZO
Grande salto di qualità. Addio neoprene, colori violenti, T-shirt/felpe come se nel guardaroba dell’uomo – seppure di un uomo molto giovane – non ci fosse altro. Una bella collezione con un pensiero dietro: una cifra stilistica fresca e giovanile ma costruita seriamente e una sfilata interessante grazie all’ottimo styling. Bravi!
HERMÈS
L’ennesima dimostrazione di squisita raffinatezza da parte di Veronique Nichanian. Questa volta, la Nichanian ha creato una collezione nella quale non c’è parvenza di colore, completamente nera o blu scuro, immaginata e dedicata – ma questa non è una novità per Hermès – ad un uomo iper-raffinato a cui piace il top del lusso. Lo sfarzo è evidente – il chiodo e il piumino in coccodrillo sono la dimostrazione della misura in cui la maison investe nel menswear – ma allo stesso tempo, grazie alla silhouette asciutta degli abiti, la collezione ha un impatto stilistico quasi minimale. Super Cool.
PARIGI: LOUIS VUITTON, ISSEY MIYAKE, BALMAIN PARIS
LOUIS VUITTON
E’ la prima collezione di Kim Jones per Vuitton senza cadute di tono né di stile; è la prima sfilata di Jones per Vuitton veramente Straordinaria. Via gli eccessi che “fanno moda”, quegli eccessi che nelle ultime collezioni hanno lasciato un po’ perplessi: eppure la Moda c’è, e sono pronto a scommettere che i fashion addicted faranno a gara per essere i primi a farsi fotografare in Louis Vuitton. La Moda c’è, dunque, ma questa volta convive in perfetta armonia con uno stile lussuoso/sartoriale e, l’intera sfilata, ha un passo articolato ma coerente, dalla prima all’ultima uscita. Bellissima.
ISSEY MIYAKE
Dopo due stagioni di “accompagnamento”, Mr Miyake aveva già lasciato il timone al suo giovanissimo ex-assistente: Yusuke Takahashi, che questa volta ha fatto davvero centro. Takahashi disegna una collezione ispirata ai colori del ghiaccio e del fuoco, dei ghiacciai e dei vulcani; trae spunti dalle meraviglie della natura più selvaggia e cruda. Il brand meriterebbe molta più attenzione di quella che solitamente la stampa gli dedica (soprattutto i giornali italiani). Questo non succede perché Miyake è “fuori dal coro”, veste solo intellettuali, resta dietro le quinte. Eppure è stato ed è copiato da molti. Molto bella, bravo Yusuke.
BALMAIN PARIS
Olivier Rousteing, 28 anni, e questa è la sua sesta collezione uomo per Balmain Paris: una collezione Eccellente. Tanto che – dopo il successo ottenuto già in passato e gli ottimi riscontri di fatturato – la maison quest’anno ha investito molto nel progetto, rendendo la linea ancora più completa. Rousteing trae la sua ispirazione dalle foto e dalla vita del fotografo Peter Beard che ha lavorato e vissuto tra Stati Uniti e Africa. Ci sono lavorazioni e ricami pazzeschi, nei vestiti di Balmain Paris, le giacche e i bomber dorati e luminescenti sono di un lusso estremo. Molto Fashion, Molto Ricca, Molto Molto Bella. Applausi.
MILANO MODA UOMO FALL/WINTER 2014-2015 GIORNO 2
BOTTEGA VENETA
Collezione di ispirazione nettamente sportiva eppure super-sofisticata. C’è da giurare che uno dei principali “must have” di stagione saranno i giubbotti cortissimi che si avvitano sopra la cintura grazie ad un alto e stretto bordo in maglia di lana a coste. Bella anche maglieria e cappotti verde militare.
ICEBERG
Urbana, “Agile”, Pratica e Fashion. Nuova vita per Iceberg: inversione di tendenza, dal colore delle ultime edizioni al New Black.
GUGLIELMO CAPONE
Un grande ritorno: Capone is back! Che dire? Che mi comprerei praticamente tutto. Lascio che siano le mie foto a parlare. Una bellissima sfilata, davvero Splendida.
SALVATORE FERRAGAMO
Magia del colore che si fonde con le tinte base classiche, marrone, ottanio, blu, petrolio. Avvolgente e calda. In sintesi una collezione Fashion/Metropolitana molto bella.
CALVIN KLEIN
Il “ragazzo” di Zucchelli é cresciuto. Una bella collezione che si rivolge a giovani uomini moderni e chic. Il brand interrompe – per sempre o no, questo lo vedremo – un passato prossimo fatto di colore e neoprene, e passa più saggiamente ad uno stile elegante e soprattutto a forme molto morbide, in modo particolare nei pantaloni.
BALLY
Il brand svizzero ribadisce il posizionamento nell’area moda maschile del lusso. Lusso con la maiuscola, anche nella confezione dei capispalla e della maglieria. Rispetto all’ultima collezione, l’A/I 2014 affranca in grande stile un concetto di total look in piena sintonia con la pelletteria – calzature e borse – che è il DNA originale di Bally.
SANTONI
Una collezione che nelle zone più Fashion trae ispirazione dagli anni ’70. Lusso Impeccabile e Aristocratico.
MISSONI
Hippy. Missoni guarda al mondo giovanile del periodo ’60/’70, e costruisce una collezione che non si basa solo sulla maglieria: anche giubbotti e abiti in stoffa. I colori delle lavorazioni jacquard sono più soft.
CARUSO
“Nell’era del “dubbio” l’intuizione è più forte della “regola”. Sergio Colantuoni sottolinea l’importanza di sentirsi al centro di se stessi. La sua collezione per Caruso trasmette – infatti – un gusto romantico e intimistico. Meravigliosa davvero.
BOGLIOLI
Anni Sessanta in tessuti e forme. Trench foderati e abiti tre pezzi. Colori autunnali ed estetica made in Milano. (testo di Luca Roscini)
JIMMY CHOO
L’elite British si da al rock’n’roll anni Settanta passando per l’estetica dandy: slipper lavorate, animalier, argentate. Stelle decorano le suole che per la sera diventano d’oro. (testo di Luca Roscini)
PRADA
Una straordinaria collezione, difficile da raccontare in sintesi e soprattutto senza averla vista dal vivo. L’intuizione rimanda ad un certo stile – collocabile nell’immediato dopoguerra – quando gli uomini erano tutti “eleganti”, anche se l’Italia era in ginocchio e i mezzi scarsi. Cosa voglio dire con questo? Certo non che i vestiti hanno un’aria “povera”, anzi: quel che suggerisco é un’emozione legata ad un uomo capace di essere raffinato grazie ad un abbinamento “sbagliato” e a un modo casuale di “mettere” gli accessori. Casuale ma ricco di esperienza e di innato buon gusto.
MONCLER GAMME BLEU
Thom Browne e la sua moda per Moncler: un esercizio di Styling unico. Bisognerebbe immaginare un fashion shooting di Mondino per “The Face”. Ciò premesso, é superfluo aggiungere che per comprendere la collezione – e il suo valore commerciale oltre a quello stilistico – é indispensabile “de-stratificarla” e vedere singolarmente ciascun capo.
PIQUADRO
Si chiama Opera la collezione pratica e colorata disegnata da Giancarlo Petriglia per Piquadro. Borse piccole e grandi trasformabili. (testo di Carlo Ortenzi)