Dolce&Gabbana

MILANO MODA UOMO FALL/WINTER 2014-2015 GIORNO 1

CORNELIANI

Punta sul blu navy e sul grigio chiaro. Le forme sono asciutte e i tagli rigorosi, ma suadenti. Una tra le sue collezioni più raffinate.

 

ERMENEGILDO ZEGNA

Superba. Nei tagli, nello stile, nello styling e nelle stoffe. Pilati prende una direzione che si allontana un poco dalla prima collezione: punta meno sul classico/tradizionale e volge lo sguardo ad uno stile geometrico e solido, con particolare predilezione verso un classico/sportivo che – in alcuni capi – ricorda il meglio delle sue sfilate per Yves Saint Laurent.

 

JULIAN ZIGERLI

 

Interessante. Se dovessi attribuirgli il rilancio di una grande maison che al momento non ha un direttore creativo, scommetterei su Jil Sander. Bravo.

 

COSTUME NATIONAL HOMME

 

Abiti con  forme morbide, maglieria in cashmere e mohair, blazer sovrapposti, lunghi paletot sagomati e fluidi: blu, grigio. Tinte classiche: pochi i punti di colore, saggiamente dosati per spezzare la monocromia. E’ stata la sorpresa della prima giornata di MFW: Ennio Capasa rivede il suo stile a favore di una moda molto moderna, ma su base tradizionale. Addio rock. Bellissima.

 

DOLCE & GABBANA

L’ispirazione della collezione – o almeno di una parte di essa – è tratta dai Re normanni, che conquistarono la Sicilia nel 1061. E questo accontenta le “aspettative fashion”, le accontenta appieno, alla faccia di chi dice che la moda maschile non c’è più. La zona del classico questa volta è più affusolata e strong del solito. Lo è perché Dolce & Gabbana abbandona – almeno per il  momento – il consueto abito nero con camicia immacolata e cravatta scura e sceglie i toni del blu e del grigio, abbinandoli a camicie bordeaux, verdi e marroni. La maglieria, ricamata ad effetto armatura, è più ricca che mai. Dietro questa collezione, c’è un lavoro immenso. Encomiabile.

 

MSGM

Molto street. Grafismi pop di gusto anni ottanta mixati al tartan, all’oro lucente el camouflage.

 

JIL SANDER

Una bella sfilata in un momento di transizione per il brand. La signora ha lasciato da poco ma la collezione rispetta il suo codice estetico/culturale: il suo team ha svolto un ottimo lavoro. Pulita, sofisticata, completa, senza impennate. Come era giusto che fosse.

 

LES HOMMES

Una bella dimostrazione: Les Hommes mantiene egregiamente i suoi punti di riferimento – come il knitwear lavorato e le stampe originali – ma con uno sguardo contemporaneo e più attento anche alle esigenze di un pubblico tradizionale.

 

JOHN VARVATOS

Classico/Rock o Rock/Classico? Gli abiti sono belli, la parte più strong anche. Due collezioni in una. Speciale.

 

HOGAN

Una bella sorpresa. Look quasi totali: oltre alle calzature e alle borse, Hogan completa la collezione – questa volta in modo davvero convincente – con  bellissimi capispalla sport/chic, felpe e perfino foulard in lana.

 

UMAN

Collezione di rara bellezza e raffinatezza. La maglieria è lavorata con innovazione e un gusto originalissimo che rimanda ad un passato che piace, un passato al quale siamo tutti affezionati. I capispalla e il resto, sono sviluppati con grande maestria grazie a fantastiche lane, flanelle e cashmere.

 

VERSACE

Forza e opulenza. Sfarzo e Vanitas. Il carattere della collezione riconferma anche questa volta l’iconografia e il DNA della sua storia, ma aggiunge uno sforzo notevole nella costruzione di un concetto sartoriale, che per Versace, è piuttosto inedito.

MAURO ICARDI IN DOLCE&GABBANA SU STYLE MAGAZINE

 

Il servizio dedicato al calciatore Mauro Icardi sul numero di gennaio/febbraio di Style Magazine in uscita oggi. Icardi indossa total look Dolce&Gabbana.

Immagine anteprima YouTube

Il video backstage dello shooting.

Per leggere l’intervista a Mauro Icardi realizzata da Swide: http://www.swide.com/sport-man/mauro-icardi-an-interview-with-inter-football-player-about-tattoos-women-and-italy/2014/01/07

SCHEMA LIBERO IL RITORNO DEL NERO

 Black returns. Total black has been celebrated by many designers such as Prada, Costume National, Dolce&Gabbana, Armani and Helmut Lang. In particular, french brands have glorified it, from Stefano Pilati, when he was creative director for Yves Saint Laurent, to Dior Homme, Louis Vuitton, Hermès and Jean Paul Gaultier. And what about the far away 80s, when the cote dark-intellectual reigned, thanks to the japanese brands Comme des Garçons and Yohij Yamamoto. Today black is living a second life. Above all in leather, that “joins” fashion even sewn with wool, as the case of Valentino. Black leather evokes a sport imagination linked to motorcycles’ world, but it celebrates firts of all an erotic idea: just think about the pictures by Robert Mapplethorpe. If black leather’s trend will become established, I’m sure that black will return in fabric and knitwear soon. I hope not in shirts.

SCHEMA LIBERO NUOVO SARTORIALE

New Sartorial.  Fashion merge with classic, and tailoring update itself. This is the new revolution of menswear, the only one real trend that has resisted since several seasons ago. Fashion is the new mean of a centuries-old tradition, that is the bespoke; boutiques have cocoon-like lounges ready to receive the most demanding customers, the ones that until some years ago “went to the tailor”. The essence doesn’t change, it’s just a matter of habit: tailor make his experience available and designers help him to renovate, revise the cuts and suit’s fitting. The concept has been sanctioned by Dolce & Gabbana, that presented in London – birthblace of bespoke – a cruise collection composed by very classic suits of tailoring finish. Without provocation purposes but, actually, with a great respect, they have mixed the gentle and polite touch of the best british tradition and italian knowledge, taste and flair.  Anderson & Sheppard’s team in the picture by Ben Baker for Fortune Magazine (2008).

SCHEMA LIBERO PHOTO GRANDEUR

Photo grandeur. If we’d like to tell a story about fashion and people that represent it, choosing only one picture for every great photographer from the early years of ‘900 till today, probably the pages of this issue won’t be enough. The common denominator would be the simplicity; a white or grey background, clean or rarefied lights and shades, the absence of props: only gazes, faces, expressions, style, light, intensity, fashion, attitude. In location pictures, or in en plein air ones, was and still is the subject the element that “arises”: just look at portfolios of Louise Dahl-Wolfe and Norman Parkinson. In their shots, landscapes were often neutral, “nowhere”, as it’s used to say in fashion photography. The skill of the photographer, first of all, and then of styling and grooming, accents the most eccentric fashion up to the masterpiece. Among the photographers in which I believed first there’s Johan Sandberg: his obsession with the research of the “perfect” light make him a master of photography. Style 2007, the top model Patrick Petitjean in Gaultier, picture by Johan Sandberg.