SETTE MAGAZINE EN VOGUE LE SCELTE GIUSTE PER ANDARE IN VACANZA
The right choices to go on holiday. … Continua a leggere →
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DSQUARED2
Davy Crockett & Billy Idol. Due stili molto diversi tra di loro; il primo è un cacciatore americano d’altri tempi, mentre l’altro sbircia le icone pop degli anni ’80. Per celebrare i 20 anni di sfilate menswear, i fratelli Caten rendono omaggio ad un immaginario maschile sexy e aggressivo.
CORNELIANI
Collezione riuscitissima. Belli anche casting e styling. Sergio Corneliani parte dal blu passando per le gamme del grigio fino al nero e al bianco avorio. Le stoffe sono ricche e “croccanti”. Applausi!
ERMENEGILDO ZEGNA COUTURE
La sfilata parte con i capospalla in tessuto trattato con resina ecologica. Tutto ciò che è sintetico, come il kaban in plastica, è ecosostenibile. Ma quel che più affascina è il concetto di Moda e di Eleganza di Stefano Pilati: la quintessenza di uno snobismo iper sofisticato. L’ennesima dimostrazione di un grande talento italiano.
PORTS 1961
Debutta Milan Vukmirovic e crea anche – e per il brand cino-canadese è la prima volta – una collezione di accessori. La moda di Ports1961 rielabora un mood street-americano. Bella e soprattutto sintonizzata sulla frequenza del menswear contemporaneo.
COSTUME NATIONAL HOMME
Il tradizionale color cammello abbinato con la pelle nera. Il bluette invece, per i look bohémienne. Una visione della moda urbana che guarda a Londra come a Parigi.
DOLCE&GABBANA
Riappaiono le iniziali, D G. Senso di appartenenza? Certo che si: appartenenza & famiglia. Gli stilisti invitano ad amarsi a chiare lettere, lo scrivono sui vestiti che sfilano. É stato uno spettacolo toccante. E la collezione è proprio bella.
ANDREA POMPILIO
Pompilio ha fatto goal. A questo giro, la sua collezione è completa, fresca, moderna e charmant, senza cadute di tono. Senza troppi fronzoli, il designer costruisce dei look precisi e razionali. I contenuti moda ci sono e il risultato è davvero convincente.
JIL SANDER
Rodolfo Paglialunga conferma il suo talento firmando la prima collezione Jil Sander uomo. Ipercritico e intransigente con se stesso, Paglialunga dimostra di avere un senso dello stile innato, concreto e chirurgico. Il menswear che ha presentato è di straordinaria fattura, qualità, è decisamente innovativo ed eccellente da ogni punto di vista. Per di più, è assolutamente proponibile anche a livello commerciale. Cosa vogliamo di più? Bravo Rudi.
LES HOMMES
Notte e Vandebosch, puntano su pelle, maglieria e accessori. Le borse e gli zaini sono bellissimi e altrettanto riuscita è la collezione stessa: un’ ottima sintesi tra immagine e commerciale.
VERSACE
Rigorosamente lineare nelle silhouette militaresche dei cappotti, vistosa nella parte degli accessori, confortevole e avvolgente nel knitwear: il mood Versace cambia rotta e per concentrarsi su un prodotto meno impegnativo. Bellissimo lo styling.
ERMENEGILDO ZEGNA COUTURE
La collezione “architettonica” di Stefano Pilati é da rivedere da vicino; le stoffe sono da toccare e i dettagli sono tutti da scoprire. Il designer sembra orientato verso una direzione che incontra lo stile di un uomo estremamente raffinato, ma con un’anima più sportiva e meno formale del solito.
CORNELIANI
Punta sul leisure più che sul classico/formale. E sugli accessori. I contenuti fashion sono evidentemente entrati nel DNA del brand, che per la prima volta osa stampe floreali e il Total Black in una collezione estiva.
COSTUME NATIONAL HOMME
Per la seconda stagione consecutiva, Ennio Capasa trasporta con successo il suo “rock style” nel più sofisticato ambito dandy. Potrei definire l’uomo di questa collezione, come un “Bowie Dannunziano”. Bellissima.
DOLCE & GABBANA
Una prova di stile che può essere definita una haute couture al maschile. Le uscite fashion sono entusiasmanti: sontuosità e ricchezza nei ricami e nelle stoffe. La collezione alterna Moda e Classico con saggezza ed esperienza, senza sbalzi né cadute di tono.
CHRISTIAN PELLIZZARI
La sfilata offre qualche spunto interessante, ma c’è ancora molta incertezza e poca coerenza. Sono certo che la produzione ha combinato qualche guaio con la consegna dei prototipi…
ANDREA POMPILIO
Più omogeneità e idee chiare rispetto alla collezione estiva presentata l’anno scorso. Strettamente fashion, senza mezze misure: la ami o la odi.
LES HOMMES
Una fantasia su questa sfilata: facciamo finta che Ridley Scott decida di girare un film futuristico come il suo Blade Runner ambientato in un college irreale. Ecco, i costumi del film sarebbero questi. Bravi! Originalità e Moda con una forte inclinazione sport.
JOHN VARVATOS
La novità è negli accessori: curati, fatti a mano e molto fashion. L’abbigliamento si addolcisce rispetto al passato: le giacche da giorno hanno il taglio del tight ma sono destrutturate, e il knitwear – “ruvido” e maschile – diventa una zona importante della collezione. E poi, basta con il nero: l’anima rock di Varvatos, oggi, sembra svanita.
VERSACE
L’uomo Versace questa volta è così: meno muscoli e più cervello. Collezione bella e “strategica”: l’abbigliamento è più fluido come dettano le ultimissime tendenze, gli accessori giocano un ruolo centrale, sono bellissimi e strizzano l’occhio allo sportswear (di lusso, ovviamente). La sfilata, nel suo insieme, resta fedele al suo pubblico ma aggiunge una buona dose di contemporaneità che la rende molto più moderna.
HOGAN
L’abbigliamento di Hogan mescola per aspetto e tessuti il mondo classico e quello sportivo: tagli formali guadagnano una patina sportswear con jersey e felpa.
TRUSSARDI
Silhouette over esaltate da stampe e gessature ampie, ispirate ai jazzisti underground degli anni Trenta.
MSGM
L’uomo di Msgm ha un carattere fortemente sportivo e si muove tra felpe a righe e bluse in nylon stampato con simboli nautici mixati a palme e cactus dal gusto ’80.
Eclecticisms. The dressing gown. Worn in the 18th century in cafes and bistrot, then used only at home, and finally snubbed as a dismal and “ancient” garment in the second half of the 20th century, today it has been reevaluated, becoming a strating point for some collections. The robe de chambre and other recalls to a certain noble home-menswear, like the pajamas’ stripes, are infact on the catwalks: some designers suggest an idea of comfort and beauty linked to the main exponents of dandyism in the past, from Cecil Beaton to Oscar Wilde. This is a trend dedicated to “special” men, with a leading personality and an eclectic and creative cultural depth, that places intimism in consumer fashion. On the right, the cover of the UK magazine “Man and his Clothes” (1936).
Geometries. “Colors for a large wall” (in the picture) is an artwork by Ellsworth Kelly. I saw it for the first time at the MoMa in NY: a huge painting with perfectly symmetrical white and coloured checks, placed in the middle of a wide white wall. The American artist is one of the first figures of the Hard Edge Painting, developped during his years in Paris, between 1948 and 1954. Colour geometries have been used in fashion by the early Kenzo and Castelbajac, and today by brands loved by young people. Those fabrics, printed with stripes and checks, are included in the s/s collections, but softened by pastel colours or cooled by grey and blue shades and fibres that look technical. They are an important trend in classicwear too, but with some imperceptible but clear fashion sign, as in the case of the Brioni s/s collection by Brendan Mullane. Detail of “Colors for a Large Wall” by Ellsworth Kelly (1951)