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IO DONNA SCHEMA LIBERO – UN CLASSICO È PER SEMPRE

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A classic is forever. When a garment or an accessory is called with the name of a brand instead of its own, is a sign that that brand has become a part of the history of fashion. The first cases are from the 70s, when even a fabric replaced the word “coat”: the “loden”. And Ray-Ban, that replaced the word sunglasses: “I’ve bought a pair of Ray-Ban”. From then on it has been a sequence of icon-brands like K-Way, Levi’s. It was “I’d like to buy a Lacoste” instead of “I’d like to buy a polo shirt”. Later, the same fate for the trench/Burberry and, in the 80s, “I’ve choosen an Armani”. These and many others, are griffes that, if not in the classic dictionary, could surely be included in a thesaurus.

IO DONNA SCHEMA LIBERO IL SINGLE PERFETTO

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The perfect single. In 2009 A single man, directed by Tom Ford, was out in cinemas. The cinematographic adaptation of the novel by Christopher Isherwood got an Oscar nomination and won a Coppa Volpi for Best Male Actor (Colin Firth, playing the part of the californian professor George Falconer). The novel lingers neither on the care that Falconer has for his appearance, nor on the nearly obsessive attention to details that, instead, represents a key element in the movie. Who internalized the figure of the professor thanks to Isherwood’s virtuosity, and then watched Ford’s adaptation, could have been annoyed by the softened and cold perfection of the character. The same thing happened for his bestfriend, Charlotte, interpreted by a sensational Julianne Moore. Tom Ford projected himself onto Falconer, even if he keeps the dramatic nature of the story. This would be Firth’s look (with accessories) if the story would have been set in 2016 instead of 1962. Tom Ford portrayed by Terry Richardson for Style Magazine (2009).

SETTE MAGAZINE EN VOGUE LE SCELTE GIUSTE PER ANDARE IN VACANZA

The right choices to go on holiday. … Continua a leggere →

SETTE MAGAZINE EN VOGUE L’IMPORTANZA DELLA BORSA FOR MEN


Some fashion codes should be applied also to men’s bags which have become status symbols just like clothing but even though they are practical accessories, they don’t suit everyone. The ritual gestural expressiveness related to bags (that were initially created only for women) has always been laughed at by mischievous people. It would be enough to follow a few simple rules in order to avoid looking ridiculous. First of all it would be good to abstain from carrying clutches and handbags: they surely are trendy but can also be misleading and other than that I can assure you it’s a passing trend, not worth the cost. If a briefcase it’s too much “Wall Street” and makes you feel obsolete, perhaps you would prefer a distressed leather shoulder bag or a Saffiano briefcase, very handy for carrying your laptop and IPad. If you need something bigger and softer there are some beautiful duffel bags on the market just as capacious as weekend bags. I recommend choosing the right leather, especially if the outfit is fashionable like the one in the picture, it would be good to soften the ensemble with the use of fine yet manly and rough materials like natural croc or suede. Picture by Andrea Gandini for Io Donna, suit and glasses by Gucci, sweater by Hermes, shirt by Burberry bag by Tod’s.

MILANO FASHION WEEK – DAY 1

La settimana della moda uomo a Milano, ha aperto alla Triennale con la sfilata di Corneliani. La collezione è sobria e vendibile. In certi outfit cede alle tentazioni delle tendenze, per esempio nella scelta dei pantaloni corti sopra la caviglia: preferisco quelli morbidi e più lunghi che hanno sfilato con la giacca. Certa maglieria, molto lavorata, rimanda al knitwear di Castelbajac; questi pezzi, insieme all’ uscita in total off white, evocano gli anni ’80.

Ermenegildo Zegna

Mi sembra che la collezione si voglia rivolgere ad un uomo più giovane, che non significa modaiolo: le uscite in denim, per esempio. Anche lo styling punta a raggiungere i meno conformisti. Infatti i tessuti (e le pelli), pur sempre nobili, sono abilmente mescolati per “rimodernare”. Belli i completi con il gilet in velluto a coste larghe. (A.C.)

Hogan. Blouson in pelle in stile aviator.

RefrigiWear

Una collezione moderna e molto curata nei dettagli, con forti richiami alle origini del marchio che nasce nel 1954 come azienda specializzata in tute per il lavoro nelle celle frigorifere. Oggi il marchio allarga la collezione fino al total look, iconico il montgomery con alamari in corda e dettagli a contrasto. (Andrea Porro)


Julian Keen

La geometria e gli effetti optical dell’architetto decò Josef Hoffmann ispirano la collezione Julian Keen disegnata dallo stilista italiano Giampiero Colombo. Must have della collezione il trench in lana ricoperto in nylon e la giacca in tessuti gessati patchwork. (A.P.)

 

Costume National

In un gioco d proporzioni lungo/corto tutte le giacche hanno le bretelle interne e si “portano” come zaini. (C.O.)

Dolce & Gabbana

Lo styling (forte, fashion e sontuoso), non disattende le aspettative dei buyer che contano (anche) su un pubblico classico: l’ ultima uscita lo dimostra. Le uscite dei capispalla con i ricami  in filigrana d’oro d’ispirazione barocca, sono eccezionali. (A.C.)

Jil Sander

Ritorno della nappa nera, negli abiti (in pelle, sempre black, già visti da Versace nella P/E) e anche nei cappotti, questi ultimi ampi e strizzati in vita dalla cintura tanto da ottenere un effetto a ruota. Gli abiti in tessuto sono viceversa asciutti, impeccabili ma anche fashion per via delle doppie cuciture verticale che segnano la vita. (A.C.)

Burberry Prorsum

Rainy days. Apre e chiude con due acquazzoni lo show di Burberry Prorsum inframmezzati da disinvolti look da caccia alla volpe, trench d’ordinanza e cappottini striminziti.Il tutto corredato da porta documenti, guanti e ombrelli in veste punk. (Luca Roscini)

Les Hommes

Molto moda. Gran lavoro nella maglieria; belli i pantaloni con una pince e dai volumi ampi anche se non extralarge. Alcuni accostamenti sfiorano il kitsch, ma il gioco delle sovrapposizioni (pelle e maglia + dolcevita con altri pull legati al collo), mi è sempre piaciuto.

Neil Barrett

Forme oversize di cappotti, pea-coat e parka si contrappongono alle linee skinny di abiti e maglie, in un equilibro perfetto dove due micro disegni del guardaroba maschile (chevron e pied de poule) si rompono e si ricompongono sullo stesso tessuto. (A.P.)

Roberto Cavalli

Da tre stagioni Cavalli continua con estrema coerenza la sua ricerca su un tipo d’ uomo molto preciso: potrebbe essere un personaggio di “Romanzo Criminale”. Uno spavaldo dandy-rock che – con qualche volo pindarico di troppo – aggiunge una gran dose di grinta  e charme maudit al proprio stile.