Clicca sull’immagine per ingrandirla
A cura di Gioele Panedda
Il Marocco resta un’ispirazione primaria, per gli odori evocativi delle spezie, i colori intensi dei suoi suk e del deserto circostante, o per la calda ospitalità tipica delle tradizioni marocchine. Quattro essenze e un’anima, il Marocco.
BRIONI – EAU DE TOILETTE Sintetizza il savoir-faire e la tradizione sartoriale Brioni in una fragranza, composta da tre accordi, agrumato, boutonnière e legnoso.
La ricchezza della fragranza è attribuita alle note intense di legni affumicati combinati a zafferano, oud e liquirizia nera, ingredienti caratteristici del Marocco.
SOOUD – JADAB Jadab è l’ultimo frutto creativo di una riflessione sulla seduzione maschile in chiave medio-orientale moderna. Un savoire-faire che conquista e che si esprime in un percorso olfattivo segreto, quasi un alchemico potente trucco d’amore. Ingredienti ruvidi e avvolgenti, contrasti di bouquet floreali e materie prime orientali apparentemente inconciliabili, fanno di Jadab un effluvio potente.
ROBERT PIGUET – CASBAH Robert Piguet ci invita in un viaggio magico in Marocco, Casbah: un profumo evocativo e affascinante. Ispirato dalla città di Marrakech, il Kasbah unisce il calore delle spezie marocchine con l’eleganza austera di cedro dell’Atlante, mentre l’incenso, vetiver ammorbidito avvolgono il tocco finale.
AESOP – MARRAKECH INTENSE Marrakech Intense è un profumo che bilancia fresche note floreali di testa e di cuore con sentori legnosi d’oriente, impreziositi da note di fondo animali. L’assoluta di gelsomino egiziano pervade la fragranza con sensualità, legando tra loro le note più speziate. La brillantezza del bergamotto si estende fino a mischiarsi perfettamente con le note di testa del neroli e dei petali di gelsomino, aggiungendo freschezza e vivacità.
Not details. Eric Bergère, art director, journalist and stylist, born in 1960, in a portrait by Terence Donovan in 1988. Bergère styling is perfectly in line with those years: exaggerated and pompous. Obsessive about details: when he didn’t wear the tie, he wore the cache-col, inserted into the neck of the shirt buttoned up to the third button. With the tie he always wore the silky pocket-handkerchief, matched with the tie. The sideburns were still long, last traces of the 70s grooming; the hair instead were in very 80s style, smoothed back with hair gel. In almost 30 years shapes have changed, but in today’s collections we can see the checked moulinex on blazers and the houndstooth on trousers; rarely the paisley prints on ties. But the pocket hankie is still “missing”.
