COMMERCIALE VS. REALE

falabellaBorsone e zaino Falabella in nylon eco-sostenibile, con rivestimento interno ottenuto da bottiglie di plastica riciclate.

Dalla collezione uomo ss17 Stella Mc Cartney

“Sarà al mentolo l’ultima scoria” cantava Lucio Battisti nel celebre Canto Brasileiro. Era il 1973 e non ci poteva immaginare che anche l’etica della moda sarebbe stata investita da un fenomeno analogo a quello usato per i formaggini: l’uso del marketing ecologico per vendere vestiti, calze e tutto il resto. Perché c’è una certa differenza fra l’elaborazione morale a favore del pianeta e degli esseri viventi, animali inclusi e l’uso di questi concetti in senso commerciale.

Si può obiettare che il risultato finale è buono, cioè la diffusione delle idee e il finale minor impatto sull’ambiente, ma il diritto di restare perplessi rimane, assieme ad un certo stupore fra il dire e il fare delle aziende.

Tuttavia si va avanti a piccoli passi, spesso sperimentali, spesso incerti sul sfondo finale della ricerca di un minore impatto sulla Terra. La Wolford sta mettendo a punto un tessuto ecologico che si dovrà dissolvere nell’ambiente in modo non solo da non danneggiare il verde ma di fondersi con lui. Calze e lingerie d’autore saranno prodotte con un polimero di fibra cellulosica “cradle to cradle”. Ci mangeremo i collant? Spero di no, ma se dovesse diventare utile, ne parleremo.

Riparliamo di Stella Mc Cartney, paladina del cruelty free, che ha dichiarato guerra alla plastica e lavora ad una nuova fibra tessile ricavata dai rifiuti marini. La borsa “Falabella Go”, presentata a Parigi di recente, è di questo nuovo materiale, utilizzato per produrre anche delle sneakers siglate adidas. Secondo la stilista “ ricavare abiti dalla spazzatura sarà un nuovo lusso”. Ci permettiamo di dubitarne, anche se lodiamo le intenzioni. Perché sempre di plastica si tratta, anche se riciclata. Forse sarebbe meglio trovare il modo di usare materiale naturale senza accanimenti e orrori. Forse. Luisa Ciuni

 

“The last waste will be
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STYLE MAGAZINE 2007

It was the jubilee of the Venice Film Festival. How did Style Magazine celebrate it? With outfits inspired by Louis Garrel in the Dreamers – between Bertolucci and memories of Rodolfo Valentino. Ph. Johan Sandberg, Styling Luca Roscini.

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ARTECONOMY – ARTE SENZA ARTISTA SU KOONESS.COM

Continuity (A. Sartori)Continuity – Arteconomy – Art without the Artist

Arteconomy è un movimento artistico che fonde arte ed economia, rendendo quest’ultima elemento essenziale e costitutivo dell’opera d’arte stessa e trasformando in superfluo il ruolo dell’artista.
L’idea nasce da Five Gallery, una galleria di Lugano che è parte dell’esclusivo network di gallerie d’arte di Kooness. Viene presentata per la prima volta il 25 novembre 2016, come risposta provocatoria al peso eccessivo che la finanza e l’economia hanno raggiunto nel mondo dell’arte.

Arteconomy trova la sua prima espressione nell’opera “Continuity”.
Continuity è un insieme di opere  numerate progressivamente composte da un taglio di fibra di carbonio riciclata mediante un processo industriale innovativo. Il risultato viene posto all’interno di una cornice, creando una prima interrelazione tra economia reale e arte.

Arteconomy trova espressione nel movimento del prezzo di vendita che diventa parte integrante dell’opera stessa: partendo da un prezzo di 500 Frs per “Continuity 1” il valore aumenta in modo costante (100 Frs) ad ogni opera venduta: di conseguenza “Continuity 2” vale 600 Frs, “Continuity 3” 700 Frs e così di seguito.
L’incremento costante del prezzo non è legato all’aumento della domanda, ma rappresenta l’emozione che ogni collezionista prova al momento dell’acquisto. Questo incremento, definito emozione incrementale, viene interamente devoluto in beneficienza, con l’intento di rimettere in primo piano l’aspetto sociale dell’arte rispetto all’attuale valore elitario. Emozione porta emozione.

Tutti i collezionisti di Arteconomy costituiscono una community che in Arteconomy è vista come una società; e come in tutte le società che quando crescono producono utili e distribuiscono dividendi, anche Arteconomy distribuisce un dividendo o meglio un (con)dividendo emozionale.
Arteconomy infatti distribuisce il 10% del prezzo netto incassato dalla vendita di ogni nuovo Continuity fra tutti gli acquirenti precedenti: una formula assolutamente innovativa che permette a tutti i collezionisti della serie “Continuity” di beneficiare direttamente della crescita e del successo di Arteconomy.

L’opera “Continuity 21” è attualmente in vendita online su Kooness.com.

 

Arteconomy – ART WITHOUT THE ARTIST on Kooness.com – Arteconomy is … Continua a leggere →

IO DONNA SCHEMA LIBERO I COSTUMI CAMBIANO

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Habits change. Every year, in this season, I dedicate an appointment of Schema Libero to beachwear: I looked for them, working backwards on my blog The Men Issue (you’ll find it on Style Magazine website, in the “Moda” (“Fashion”) section). In Five years I’ve always recommended to wear on the beach an appropriate, chic, maybe a bit retro attire, inspired by Marcello in La Dolce Vita. And I’ve always suggested to use swim shorts. This year I do an about face: is it for that annoying invasion of skinny guys that is accustoming us? I don’t know. Now there’s a desire of more vitality, of beautiful bodies – slim but defined – of hair whitened by dried salt, of suntan. After all, changing is beautiful. I linger only on two factors, that make me say no: coloured tank tops and slippers. Yes to flip flops, espadrilles. But no to slippers, please.

ZOO ON THE SHOE

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Sneakers, Philippe Model – Slip-on, Asos, s/s 2017.

Una tendenza divertente della stagione attuale, ripresa già dalla scorsa estate, è l’utilizzo di motivi raffiguranti animali su T-shirt, camicie e perfino accessori. Uno zoo, reale o immaginario, che va a ravvivare grandi classici, come nel caso dei tucani e degli aironi stampati sulle Paris sneakers in pelle di Philippe Model, o grandi basici, come le slip-on in canvas di Asos con un fenicottero, oppure un T-Rex, che campeggiano ricamati sulla tomaia. Per soddisfare il bambino che c’è in noi. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl. 

A funny trend of this season … Continua a leggere →