DOLCE&GABBANA: ACTOR’S STYLE

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FASHION WEEK – DAY 4

Dsquared2

Dean e Dan fanno sfilare il classico bad boy americano. Bello, sfacciato e di buona famiglia. L’ispirazione è il College, la silhouette è ridisegnata e, se possibile, ancora più skinny. (A.P.)

Giorgio Armani

Una bella sfilata, però avrei trascurato alcuni pezzi troppo fashion per essere la Giorgio Armani come il blu elettrico, e i pantaloni multipinces arrotolati sul fondo: per il trade, l’ ho scritto l’ altro ieri, c’è l’ Emporio. Corre il rischio di confondere il suo target di riferimento. Ma tutto il resto, un buon 85% della collezione comunque, mi ha fatto pensare a quello stile per il quale è chiamato Re Giorgio. (A.C.)


Grintoso Q.B. per accontentare un pubblico di target trasversale: dai 18 ai 40. Non mi hanno convinto gli outfit seriosi, che non aggiungono nulla di nuovo alla collezione. Molto meglio i pulloveroni lavorati in rilievo, il chiodo e i pantaloni in pelle. (A.C.)
Sai quando ti chiedono “cos’ hai visto di nuovo?”: ho visto Ports 1961. E’ nuova sul serio ma sopratutto è davvero bella, tutta bella. Nessuna caduta di tono, men che meno di gusto. Fashion, raffinata, intrigante e perfino sexy. Allora, se questi due signori – al secolo Fiona Cibani, (creative director) e Ian Hylton (men designer), non faranno errori di percorso strada facendo, rischiano di diventare dei top. (A.C.)
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La settimana della moda maschile si chiude con i 30 anni del brand Stone Island. Anni di continua ricerca e sperimentazione. Tutto nasce nel 1982 con la  blusa realizzata in “tela stella” che si ispira alle caratteristiche dei teloni da camion
degli eserciti e rieditata per l’anniversario. Gli  altri due capi commemorativi sono il cardigan  “reflective knit” e la  giacca “30/30”. Per l’occasione e per raccontare i trentanni uscirà un libro di 300 immagini in giugno e sempre nello stesso mese, per chiudere i festeggiamenti,  a Firenze verra’ inaugurata una mostra alla stazione Leopolda. (C.O.)

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FASHION WEEK – DAY 3

Dirk Bikkembergs

Inversione di marcia, back to dark. Sì perchè Bikkembergs è stato molto dark nelle sue primissime collezioni  (fine anni ’80): adorava il nero (scintillante, in vinile, ma nero). In seguito si è dedicato allo sportswear di lusso e al colore. Ha sempre amato il militare e quello c’è anche in questa sfilata, ma con tanto rigore. (A.C.)
Marc Jacobs “scalda” e reinterpreta in chiave deluxe il classico peacot in panno di lana blue notte foderandolo  in morbido shearling Declinato in rosso vivo, aggiungendo dettagli in nappa e “chiudendo” con  bottoni in argento. (C.O.)
La sfilata ha un gusto meno hollywoodiano del solito, e infatti è più elegante del solito. Dunque, è anche più facile da indossare e quindi da vendere. Grande sfarzo negli accessori, molto belle le maglie round-neck lavorate a grosse trecce e i maxi cardigan (in mohair?) infilati sulla giacca.  Tinte spente, autunnali. Tanto blu scuro. Del resto, anche la nuova campagna di Gucci si è nettamente staccata dalle ultime, algide e artificiose: è molto chic, meno “americana” e più english. (A.C.)
La collezione Class Roberto Cavalli rimanda ad un uomo sofisticato e vanesio e soprattutto attento a  livello di tessuti a quello che stipa nel proprio guadaroba. Soprabiti in lana e cachemire magari con il collo in volpe, velluti broccati e pullover in mohair dalle tonalita’ spente, ma calde. Se fosse un uomo sarebbe Helmut Berger. (C.O.)
Negli anni ’90, nel pieno boom del minimale, Etro sembrava di un altro pianeta: diversamente bello. Colore e opulenza di stoffe, erano “fuori moda” e a remare controcorrente erano quattro gatti, tra i quali anche Paul Smith. Oggi facciamo a gara per avere un pezzo della collezione di Etro  da mettere nei servizi. Una sfilata che trasmette energia e che va guardata con attenzione: potendolo fare, come noi addetti ai lavori, si dovrebbe rivedere ogni singolo pezzo per poterla meglio apprezzare: slegata da uno styling forse un pò troppo carico. (A.C.)
Le robuste suole carrarmato della parte piu’ sportiva di Church’s si “sporcano” questa stagione di camouflage. (C.O.)
Un pò Simons e un pò Slimane: l’ influenza avant-garde dei due designer si sente. La sfilata è molto clean, è grafica ed è una buona collezione pur avendo perso quel segno “disordinato” che la rendeva più personale: ma questo debutto fa ben pensare ad un’ evoluzione che non tarderà a venire. (A.C.)
Savile Rock ovvero dalla tradizione all’ anticonformismo la strada è corta, cortissima. C’è l’ abito classico con uno styling “magrittiano” , c’è la stampa graffito. Bellissimo mix-up di accessori e pezzi di abbigliamento, degno del miglior fashion editor che si possa aspirare ad avere nella proprio staff. Ma soprattutto bravissima la maison che ha mantenuto i codici di appartenenza di uno stilista che ha fatto storia, aggiungendo dei pezzi super vendibili, rivisti e corretti comme il faut. (A.C.)
Brioni ci racconta con eleganza e garbo quattro momenti della giornata di un uomo: Dal consiglio d’ammistrazione, all’appuntamento in sartoria passando per l’aperitivo e concludendo con il club di poker. Che indossi un doppio petto in principe di Galles, un pullover in cachemire, un blouson in nappa  o un tuxedo, l’uomo vero e concreto di Brioni non rinuncia mai in nessuno momento e per nessuna ragione allo stile. Quello con la S maiuscola. Quello Senza tempo! (C.O.)
Quando Versace non fa Versace non mi piace. Mi piace quando Versace è Versace fino in fondo, senza esitazioni, come questa volta. C’è tutto lo scibile dell’ eros, del rock, del lusso. Uno spettacolo pirotecnico… la sua più bella sfilata uomo degli ultimi tre anni. (A.C.)
Gazzarrini mescola i tessuti classici del guardaroba maschile con tessuti tecnici dalle tonalita’ inaspettate. (C.O.)
Il mood militare rivisitato da Woolrich Wollen Mills:  Montgomery in panno di lana con stampa camouflage ma in versione contemporanea e digitale. (C.O.)

Tanto velluto, bellissimi colori, ottimi i tagli: molto più moderna e anche più giovane. La sfilata meriterebbe una regia più contemporanea e meno pomposa; ma i vestiti vanno benissimo così. (A.C.)

MILANO FASHION WEEK – DAY 2

Bottega Veneta

Bottega si allinea alla tendenza young oriented che – ad oggi – sembrerebbe il denominatore comune di molte sfilate. Gli stivaletti con il tacco alto mettono l’ accento su un altro tema ricorrente: gli anni 70. Molta pelle, cucita sui tessuti dei giubbini, e tanti jeans in denim. Ma perchè abbandonare lo stile chic e inconfondibile che ha contraddistinto la griffe fino ad oggi? (A.C.)

Marni

L’ autunno/inverno di Marni si sviluppa attraverso camicie stampate, pullover a V profondamente scollati, cappotti senza revers e preziosi dettagli in pelliccia. C.O.


Emporio Armani

Emporio vuole essere la linea fashion di Armani, mentre la Giorgio Armani resta fedele ad un classicismo che non ha tempo: con questa sfilata Armani ha pienamente raggiunto lo scopo. La cosa più bella è che sia riuscito a non tradire sé stesso, la sua devozione per il non-colore e per l’ eleganza sono stati rispettati, eppure il segno di un cambio di rotta è tangibile. (A.C.)

Tessuti favolosi, pellami pregiati, fitting perfetto. Però, manca – questa volta – lo styling emozionale e seducente delle scorse collezioni. Ferragamo non dovrebbe confrontarsi con il minimale: non è quello che mi aspetto da una maison che – da sempre – trattiene un senso del lusso così radicato nel proprio DNA.

Giuliano Fujiwara

Effetto patchwork x l’abito tre pezzi ( giacca, kilt e pantaloni ) firmato Giuliano Fujiwara. (C.O.)

Daniele Alessandrini

Forme morbide e maglie lavorate a telaio. Tessuti spessi e dettagli artigianali, dai bottoni in corno agli alamari in corda ma anche toppe in pelle e fodere staccabili realizzate con coperte sagomate ad hoc per ogni capo, per una declinazione moderna della vera sartoria su misura. (A.P.)

Ermanno Scervino

La maglieria è bella, gli abbinamenti corretti, i volumi sono giusti. Ma – per questo tipo di collezioni – preferisco una presentazione standing. (A.C.)

Jimmy Choo

Pantofola e porta documenti in vitello e pony “porno camouflage”. Sono i traddi distintivi della nuova collezione Jimmy Choo, un mix unico di artigianalità e stravaganze pop. (A.P.)

 

 

 

Missoni

Il pattern della maglia Missoni va a caccia: i tradizionali check inglesi sposati alla maglia dei pescatori della Cornovaglia e alla lana cotta. Giochi di layering per cappotti, montgomery, maglie e camicie con dettagli tecnici in nylon.

 

Tod’s

Si respira lusso in casa Tod’s. Blazer in camoscio, pelle e montone. Ma anche borse in morbidissimo coccodrillo e blazer in suede gessato con maxi revers anni quaranta. (A.P.)

Vivienne Westwood

Sono “esploratori polari” gli uomini di Vivienne Westwood, che come al solito ha dato un tocco anglosassone alla seconda giornata di Milano Moda uomo: tartan e abiti gessati asimmetrici abbinati a maglie (molto) used e stringate in gomma colorate. (M.M.)

Bally

Tradizione, artigianalità e colore, sono le note chiave della nuova collezione Bally, un ritorno alla tradizione in chiave contemporanea. Vince su tutto il bomber in morbidissima nappa con profili in pelliccia. (A.P.)

Jetset

Cappotto “Natural Leisure” interamente composto di tessuti naturali. Forme ampie riprese dall’archivio storico e tanta cura dei dettagli e dei particolari. Un ritorno in grande stile, presentato in esclusiva alla settimana della moda milanese. (A.P.)

Trussardi

La collezione è dichiaratamente ispirata agli anni ’70, con una tale fedeltà che mi ha lasciato a bocca aperta. Il fit delle giacche, i rever a lancia, il dolcevita bianco, gli occhiali a goccia con lenti sfumate. E ancora: le tinte indecise come l’ avio e il bordeaux, il casting (perfetto) e le acconciature. Speriamo in una campagna pubblicitaria altrettanto coerente. (A.C.)

Gianvito Rossi

Il patrimonio del savoir faire artigiano e l’ispirazione creativa proveniente dalla contemporaneità sono i due elementi chiave dello stile unico ed inimitabile di Gianvito Rossi. Partendo da una linea pura il designer è riuscito a tradurre in maniera inedita le proporzioni classiche della scarpa sportiva declinandola in diversi colori e pellami. (A.P.)

Prada

Location e regia come sempre sorprendenti per una collezione super fashion; merita un re-see accurato perchè vi possa raccontare i tanti dettagli che la rendono così particolarmente speciale. L’ atmosfera generale, dall’ hair styling ad alcune fantasie, mi rammenta un ritratto di Beaton a Sir Sitwell. Forse non è una collezione “rassicurante”, ma piacerà moltissimo. (A.C.)

Moncler Gamme Bleu

Come una sfilata couture d’ altri tempi, con il bel Matteo Mortari che annuncia e descrive le uscite, rigorosamente numerate. Le tute da sci sono ispirate a quelle dei piloti di Formula 1, i piumini – anche lunghissimi – ritornano in auge solo se in tessuto. (A.C.)

Cesare Paciotti

Gli anni ’80 regnano anche da Cesare Paciotti, che propone polacchini con la para in gomma e interni in pelliccia, stringate in suede nei colori del loden, bordeaux e caramello con maxi-suola e borchie. Un “passe-partout” dello stilista marchigiano è la “308 Madison”, allacciata con fondo gomma, riproposta anche per la prossima stagione con molte alternative di colori e pellami.

 

 

Calvin Klein Collection

Sul cappottino smilzo Calvin Klein Collection sovrappone un gilet in tessuto tecnico trasparente tanto da intravedere la candida imbottitura. (C.O.)

Pringle Of Scotland

Vince su tutto la maglieria sulla passerella di Pringle of Scotland che propone “pezzi” speciali, unici e realizzati artigianalmente. Pullover super caldi, avvolgenti e mai banali come questo in fettucce di lana intrecciate in un gioco melange di bianco, grigio e nero. (C.O.)

Caruso

Arrivano in casa Caruso due nuovi personaggi ( styled by Sergio Colantuoni ) Tao dalla Cina col suo caban rosso waterproof e Pedro dall’ Argentina in giacca di velluto liscio. (C.O.)