A sinistra, scatto di Federico Miletto per The Men Issue, Styling Giovanni de Ruvo. A destra, Virgil Abloh in uno scatto di streetstyle (fonte: GettyImages)
L’alfabeto della moda oggi chiama in causa la lettera N, per Neon.
Fu il fisico e chimico Georges Claude nel 1910 a presentare, al Grand Palais di Parigi, il primo tubo fluorescente a neon. Ci vollero però altri due anni perché nella stessa città apparisse la prima insegna luminosa al neon, sopra ad un piccolo negozio di barbiere. Da quel momento in poi questo tipo di illuminazione, associata ai suoi tipici e peculiari colori sgargianti, cambiò, totalmente e per sempre, l’aspetto delle città in tutto il globo, catturando gradualmente con le sue potenzialità l’attenzione di commercianti, artisti e pubblicitari, e col tempo anche del mondo della moda.
Per transizione, sono detti colori al neon quelli che conservano la stessa elettricità e vivacità dei tubi a fluorescenza; a differenza degli altri, la nostra percezione cambia, perché più stimolata: percepiamo prima il colore e poi la forma, non viceversa. Il colore è uno degli aspetti piu attraenti di ciò che vediamo; in particolar modo se vivido,
è determinante, di carattere, e se indossato diventa quasi suadente.
Artisti come Dan Flavin, Lucio Fontana, Stephen Antonakos e molti altri capirono in epoche differenti l’importanza del tubo (e della luce) al neon come potente mezzo di comunicazione, ed il fascino che lo stesso è in grado di suscitare nell’osservatore. Nel cinema, i colori a neon sono spesso comparsi in film futuristici come Matrix o Blade Runner, utilizzati per gli abiti o per le location cyber dell’era digitale.
Nella moda attuale, queste colorazioni luminose hanno iniziato a fare capolino da alcune stagioni, raggiungendo il culmine fino ad esplodere completamente nelle ultime collezioni, sia femminili che maschili. Prendono spunto dagli anni 80 e 90, dai rave psichedelici, dai “viaggi” da LSD, dalle ambientazioni dei party con musica Goa trance dove i colori neon facevano da padrone su tutto, dagli abiti, al make up, alle location, alle luci. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, è un tipo di trend che ha subito varie e diverse interpretazioni:
minimal, se utilizzato come unico pezzo, indossato magari sotto un abito scuro essenziale e rigoroso; acido, se associato a nylon, sport, con eventuali aggiunte di zip e stampe; divertente e sofisticato, se il capo in questione è realizzato in tulle o in seta.
Ce ne si accorge esaminando le ultime fatiche dei più grandi designer, di caso in caso. Prada su tutti esalta il fluo, spesso abbinato al nylon, nelle ultime collezioni sia femminili che maschili, nella sua Prada Linea Rossa; potete trovarne un esempio nella gallery delle collezioni fall/winter 18, insieme a: Comme des Garçons shirt, che ci propone la classica camicia indossata su un pantalone nero, ma in versione giallo fluo; Calvin Klein 205W39NYC, con la sua divisa da pompiere con tanto di dettagli catarifrangenti e stivali in pvc; Hermés, che ce lo mostra in veste elegante sotto un giubbotto in pelle, e Louis Vuitton, che ne fa una combo borsa in pelle/dolcevita destrutturato.
Nello scatto realizzato per The Men Issue da Federico Miletto, il modello indossa un piumino dal fit over arancio fluo abbinato ad una maglia stampata, entrambi della f/w 18/19 Versace, per un’attitude sportiva che non vuole passare inosservata; nello scatto di street style, vediamo il fashion designer Virgil Abloh indossare una sorta di gilet destrutturato arancio fluo con zip sul fianco, portato su una T-Shirt stampata. Solo per chi vuole davvero osare. Giovanni de Ruvo
Burberry, fall-winter 18/19
The physicist and chemist Georges Claude presented, in 1910, … Continua a leggere →