HARPER’S BAZAAR UOMO 1997

In the decade of tech-fashion there was a huge use of fabric from sportswear, even the silk of parachutes, as in the case of the overalls in this picture. The neon light chosen by Davide Cernuschi made the garment’s colour cooler, and the background – a simple composition of solids and wings – gave an abstract feeling to the picture. Katharine Hammett overalls, Prada belt. Styling Alessandro Calascibetta.

SPORTWEEK 11 APRILE 2015

sw1

SETTE MAGAZINE EN VOGUE UNA STRANA ILLUSIONE CHIAMATA ANNI 80

A strange illusion called 80s.  … Continua a leggere →

ELEGANT WANDERING

Borsone Salvatore Ferragamo s/s 2015

La collezione p/e di Salvatore Ferragamo (designer: Massimiliano Giornetti) ruota attorno alla figura di un moderno flaneur, dal termine utilizzato da Baudelaire per indicare “il gentiluomo che vaga, provando emozioni nell’osservare il paesaggio”. Il vagare inteso nel senso più ampio e nobile, girare per conoscere e arricchire lo spirito. E in quanto gentiluomo, per il flaneur l’eleganza, anche se in viaggio, è d’obbligo: la borsa di canvas morbida, perfetta come bagaglio, si arricchisce di raffinati dettagli in pelle invecchiata. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl.

The Salvatore Ferragamo … Continua a leggere →

ITALIAN YARN

Bozzetto del bomber di Costume National per Fashion for Tibet
Per parlare di moda etica, a volte, si rende necessario cercare il bandolo della matassa. Perché è il filo il «padre» di ogni tessuto e, da come viene ottenuto e poi tinto e lavorato, si può distinguere se ci troviamo davanti ad un capo completamente safe o se, invece, a dei lati oscuri. Da qualche anno Greenpeace ha lanciato la campagna Detox che premia le strategie aziendali volte a fare risparmiare acqua, energia e emissioni di Co2. Nel mondo hanno aderito velocemente colossi come H&M e Zara. Per l’Italia si è distinta la Miroglio Textile: la holding italiana ha eliminato dai suoi filati ogni possibile traccia di inquinamento e di questa lotta ha fatto una bandiera. Rappresenta un salto rispetto alle altre aziende perché ha deciso di risalire all’origine di tutto il processo lavorativo di un capo di abbigliamento partendo, appunto, dal filo, invece che dal tessuto. Che poi fabbrica con un processo “verde” per i lavoranti e l’ambiente. E se Miroglio si distingue per il suo programma di eco sostenibilità, bisogna anche sottolineare che l’uso dei filati italiani è in ogni modo una base per ottenere una completa tracciabilità dei nostri capi di abbigliamento sia naturali sia sintetici. Come fa Costume National, ad esempio, che ha di recente unito elementi di «moda buona» ad altri di «moda etica». Ennio Capasa, il suo fondatore, ha aderito alla prima edizione di Fashion for Tibet, manifestazione volta al sostegno della popolazione e della cultura tibetana. Capi di moda sono stati creati da designer di fama internazionale e da marchi che hanno preso la loro ispirazione dalla mostra ‘Trascending Tibet”, opere d’arte di ventisei artisti tibetani contemporanei e quattro occidentali e asiatici il cui lavoro incorpora temi tibetani. La mostra culminerà in un cocktail e un’asta dal vivo degli oggetti offerti la sera del 9 Aprile al Rogue Spazio Chelsea. Capasa partecipa con un bomber  maschile di tessuto tecnico da lui ideato, del tutto Made in Italy e quindi completamente tracciabile anche se sintetico. Buono e salubre. Luisa Ciuni
Talking about ethical fashion … Continua a leggere →