Leaves’ colour. In his case, that kind of photography defined as still-life couldn’t have a most suitable name. For 35 years Karl Blossfeldt (Schielo 1865 – Berlin 1932) photographed leaves, seeds and flowers. Images that the german sculptor and photographer used to show his students how nature’s shapes, adapting to environment and weather, acquire different and fascinating morphologies. Blossfeldt, indeed, said: “Plants don’t have to be evaluated with an insensitive and mere functionalism, but their shapes develop on the basis of logic and adaptation and with their primordial strenght push every part to obtain the highest artistic expression”. His first photographic volume, Unformen der Kunst, was published in 1928 and today it’s still considered so much modern, that it suggests the hazard of a new form of modern art linked to the idea of “back to the roots”. The New Futurism? By now content ourselves with wearing the colour of nature. In this season’s collections there are garments for every taste and complexion. The opera omnia of Karl Blossfeldt

Bomber, Louis Vuitton s/s 2016

Quello che distingue il lavoro di Kim Jones per Louis Vuitton è la sua capacità di reinterpretare la tradizione attraverso la sua visione pop. Capacità che vediamo rappresentata nella collezione s/s da uno suoi dei capi più caratteristici: la classica varsity jacket americana in una versione iper-raffinata in satin bicolore con minuziosi ricami di animali esotici, ispirati all’iconografia nipponica. A rappresentazione di come idee e simbologie possano migrare e fondersi in un insieme perfetto. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl.

What distinguishes

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Concrete II

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Immagine 1 di 4

Come un eroe idilliaco Anton Goiri (Bilbao, 1970) scopre la profondità. Egli ci invita a prendere parte al suo percorso negli inferi dove luce, luminosità e tonalità vengono rimossi. Goiri riesce a trasformare tunnel e camere sotterranee, apparentemente inanimati, in ambienti di fantascienza. Paesaggi interiori in cui i dettagli architettonici scompaiono a favore di uno spazio unico dell’energia, luoghi dove ogni battito ci trasporta in un piano astratto distante dalla semplice riproduzione di immagini. Grazie ad una tecnica impeccabile, riesce a riempire di luce ed ombra scene sordide e tragiche, affronta scenari di realtà pesanti, e li riempie di magia e poesia che solo la sua immaginazione, accompagnata da una tecnica esperta, può far emergere. Questa forma di espressione utilizzata da Goiri per trasportarci nel suo spazio lo pone su un piano più metafisico rispetto ad un semplice cacciatore dell’immagine. Lo colloca nello spazio dell’arte, dove quello che vediamo non è e non intende essere solo ciò che è. Scopri le sue opere della serie Concrete su Kooness.com

As an idyllic hero Anton Goiri (Bilbao, 1970) flies the depths. … Continua a leggere →