SFILATE

Z ZEGNA – SPRING SUMMER 2015

Il challenge di Paul Surridge: re-inventare un brand fashion con nuovi dettagli sport e linee sartoriali, prese in prestito dall’abbigliamento  formale. Mission Impossible? Non per Surridge, che é riuscito persino a mixare un must del conformismo come il Galles  con un disegno pentagonale. Equilibrio e armonia fra tre linguaggi diversi: Moda, Classico e Sport.

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BURBERRY PRORSUM – SPRING SUMMER 2015

Christopher Bailey è un “battitore libero”: onore al merito. Normalmente le sue collezioni ignorano le tendenze generali e lui gioca una partita tutta sua. I blouson, i soprabiti, gli abiti vengono messi in gran risalto grazie ad uno styling di tutto rispetto: ogni uscita con un cappello e con una borsa, ogni passo dei modelli reso prezioso da un bel lavoro sulle calzature. Colorata, fresca (anche se poco estiva). Intensa.

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MOSCHINO – SPRING SUMMER 2015

Jeremy Scott ha scelto Londra per debuttare il menswear Moschino. Alcuni pezzi sono indovinati, altri meno; l’impressione generale è che il designer possa fare di meglio, come del resto ha dimostrato con talento e intuito nella collezione donna che, rispetto a questa, era più omogenea nella sua stravaganza e nella sua freschezza. Trasportare l’ironia e la vitalità di Moschino nell’uomo è più complicato. E il casting non è stato d’aiuto, anzi.

  

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L’ALTRA MODA UOMO: RIO DE JANEIRO, BERLINO E COPENHAGEN

di Paolo Armelli

Non solo Londra, Milano, Parigi e New York: la Moda raggiunge anche altre città. E anche se è solo nelle capitali del fashion business che la moda uomo ha delle fashion week dedicate, il menswear si ritaglia alcuni spazi anche nelle altre settimane della moda internazionale, crescendo sempre più in volume d’affari e ricerca estetica. Il fatto di non essere inseriti nel gotha più quotato ha i suoi vantaggi, in quanto permette a questi eventi una maggiore sperimentazione e un investimento più intenso sulle nuove leve del design. Abbiamo fatto un brevissimo tour per segnalare le mete più promettenti della moda maschile.

RIO DE JANEIRO

Complice la felice collocazione nell’altro emisfero, i brasiliani sono i primi a inaugurare l’anno della moda, proponendo le sfilate autunno/inverno già a cavallo fra ottobre e novembre. A fianco di San Paolo, l’altra capitale delle passerelle brasiliane, l’evento Fashion Rio anima la moda uomo proponendo soluzioni che coniugano il rilassato adattamento alla stagione calda con linee sperimentali e ricercate. La collezione per l’A/I 2014 presentata da R.Groove, il marchio del giovane designer Rique Gonçalves,  fonde una sofisticata ispirazione occidentale al mood disimpegnato del surf e del calore tropicale (in particolare nelle tinte azzurre e arancio), passando dal lino al neoprene. Di tutt’altra ispirazione l’uomo presentato dal brand ready-to-wear Ausländer, il quale dà vita a un’ambientazione più notturna e underground, con insistenze su materiali come la pelle e i tessuti tecnici, colori basici e fantasie psichedeliche, in un immaginario che va a pescare da Matrix e dalla Lady Gaga di Born This Way (in particolare negli innesti prostetici sui volti dei modelli). (Foto da Fashion Forward)

R. GROOVE

AUSLANDER

BERLINO

È risaputo ormai da anni che la capitale tedesca è anche il centro europeo della cultura underground e della sperimentazione giovanile. Allo stesso modo la Mercedes-Benz Berlin Fashion Week  (14/19 gennaio scorso) mostra come – anche nella moda – i tedeschi cerchino strade nuove, che esplorino l’avanguardia e l’innovazione contaminata; Berlino funge inoltre da catalizzatore di tutta quell’estetica che si muove fra Mitteleuropa ed Est europeo. Ne è un esempio lo stilista bulgaro Vladimir Karaleev, le cui collezioni, frutto di puro artigianato in cui ogni pezzo è unico, sono basate sulla decostruzione dei volumi, con tagli oversize e nette superfici di colori pastosi che vi danno un tocco quasi architettonico. Tedesco, invece, è il designer Kilian Kerner, che propone una serie di look che accostano tratti sartoriali (come i completi e i lunghi cappotti) ad elementi ricavati dallo sportswear, con fantasie e colori ricavati dalle immagini dei supereroi e dalle illustrazioni de Il piccolo principe di Saint-Exupèry. Infine da segnalare è lo svizzero Julian Zigerli, che ha sfilato in Germania dopo essere stato ospite dell’Armani Teatro a Milano proprio durante la nostra settimana della moda: il suo stile è al solito stravagante e ricercato, anche qui attingendo nettamente dal guardaroba sportivo ma impreziosendo i capi con un motivo tridimensionale a forma di esagono. (Foto da The Gentleman)

VLADIMIR KARALEEV

KILIAN KERNER

JULIAN ZIGERLI

COPENHAGEN

La moda scandinava non è, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, tutta maglioni pesanti e cappotti di renna. Anzi, le collezioni che hanno sfilato dal 28 gennaio al 2 febbraio durante la scorsa settimana della moda di Copenhagen hanno dimostrato la poliedricità e l’estrema inventiva di una nazione da sempre attentissima alle più avanzate frontiere del design. Anche se i modelli maschili su queste passerelle erano pochissimi, per lo più immersi fra gli outfit delle collezioni femminili, anche per il menswear si sono viste soluzioni degne di nota: come quelle proposte dalla stilista della Groenlandia Bibi Chemnitz, che sfila uno stile cupo e rigido come la sua terra, in cui i colori primari della natura si mixano a forme e tagli molto più urbani. Le proposte di Henrik Vibskov, designer che sfila, unico fra gli scandinavi, anche a Parigi, sono invece reminiscenze dei costumi tradizionali, rese estremamente contemporanee da maglie, copricapi e calzature dall’aspetto futuristico; in generale domina un’estremizzazione delle texture, elaborate con fantasie psichedeliche/pop. (Foto da Copenhagen Fashion Week)

BIBI CHEMNITZ

HENRIK VIBSKOV

PARIGI: LANVIN, Y-3, PAUL SMITH, SAINT LAURENT PARIS

LANVIN

Sfilata Straordinaria. Una collezione che merita di essere vista e rivista; e analizzata con attenzione. Uno stesso uomo, due anime. La sfilata é come “spezzata” in due zone circoscritte da contorni molto nitidi: la prima parte é più elegante e decostruita, décontracte come direbbero i francesi, dove i cappotti e i soprabiti sono realizzati con tagli asimmetrici incredibili, accompagnati da lunghissime sciarpe in lana spessa e grossa. La seconda parte, invece, fa rivivere gli anni ’80, con stampe colore flash/geometriche su fondo scuro, in modo particolare sulle cravatte e sulle camicie; chi rammenta la Punch di Stefano Ottina, ritroverà in questi dettagli di Lanvin, quello stesso movimento stilistico. Molti i capispalla in pelle, nera o fucsia: sono già tendenza. Un esempio di creatività e di libertà di pensiero applicate alla Moda di rara eccellenza.

Y-3

Moda Tech/Sport. La grande differenza di oggi rispetto allo sportswear-techno introdotto negli anni ’90, è che la commistione tra i due generi – adesso – è un’amalgama finemente sintonizzata; in sintesi, i tessuti performanti che derivano dall’abbigliamento sport, si fondono con le stoffe e il look diventa più moda, più dolce e più elegante. Bella collezione, firmata da Yohij Yamamoto per Adidas.

PAUL SMITH

Paul Smith ripesca un trend dimenticato da un bel pezzo: l’etnico. Lo interpreta a modo suo, naturalmente. La collezione riprende – su alcuni capi e accessori – i motivi dei tappeti dell’Africa del nord e del medio Oriente. Non é un esercizio di stile didascalico, ovvio: Sir Smith propone un etnico-rock, ravvivando le tinte calde dei paletot e delle mantelle, con camicie, maglie e calzature decorate da paillettes e lurex. Le catene, lunghe e piene di ciondoli, rimandano ai bijoux in voga negli anni ’70: ne venderà a palate. Una collezione Speciale, Completa. Di grande impatto.

SAINT LAURENT PARIS

Negli anni ’90 Slimane aveva disegnato poche ma indimenticabili collezioni per Yves Saint Laurent Homme, siamo in pochi a ricordarcene: era una moda sublime, elegantissima, totalmente innovativa. Assolutamente up to date per l’epoca. Slimane, però, resta anche per questa stagione “aggrappato” alla cifra stilistica del “suo” Dior Homme. Anche stavolta, grande aspettativa e budget importanti: invito costosissimo, location e show faraonici. Nessuna novità nella collezione, creata sullo stereotipo maschile caro allo stilista: jeans in pelle o tessuto aderentissimi, chiodo in nappa e le immancabili sciarpe street-style in lana scozzese. Una zona della sfilata, però, si differenzia per tagli e volumi; è evidentemente ispirata al movimento “zazou”; braghe corte e larghe e giacche e cappotti oversize. Molto interessanti anche i tweed e alcune stampe neo-op.