SFILATE

PARIS FASHION WEEK – DAY 2

Yves Saint Laurent
Back to dark and 90’s. Moltissima pelle cucita con il tessuto, su giacche e pantaloni. Chiodo come se piovesse e fibbie in acciaio shining sui mocassini. Il fit asciutto e preciso rimanda al meglio di Helmut Lang, e interrompe la tradizione over delle collezioni precedenti. Una  sfilata  razionale, che guarda al prossimo futuro con concretezza e forti spunti fashion.


Givenchy
La sfilata è totalmente fashion addicted, di quelle che sostengono la valenza del messaggio moda più estremo. C’ è un immaginario estetico ispirato a Gaultier, e a Montana e Mugler prima maniera, rivisto e rielaborato attraverso simmetrie e sovrapposizioni tra pezzi in tessuto e leggings in pelle.

Berluti
Straordinario debutto nel menswear, sotto la direzione creativa di Alessandro Sartori. Superba  presentazione all’ Ecole National  des Beaux Arts, in un contesto che è, già di suo, eccezionale. Vale la pena di vederla e di ascoltare la spiega della collezione direttamente dalle parole del suo artefice; nei prossimi giorni, su The Men Issue, il video girato in esclusiva.

Issey Miyake

La collezione di Issey Miyake riprende e sviluppa tutti i concetti di proporzioni e dimensioni tipiche del Kasane, una idea di design giapponese molto antica. Molti i tessuti “rubati” alla donna, dal plissè al bao bao, triangoli di plastica montati su rete che permettono al capo di avere tridimensionalità.Grande ricerca nei tessuti, dai patchwork di cotone stampato alle fantasie in lana verniciate.

Viktor&Rolf

Viktor Horsting e Rolf Snoeren fanno sfilare in passerella un uomo, almeno per loro, nuovo. Le forme sono più morbide, per una vestibilità più “casalinga” a detta loro. Le stampe su camicie e cappotti riprendono i motivi geometrici dei vecchi parquet e i tessuti diventano molto pregiati, dalle pantofole in shearling ai cappotti in cachemire e castoro.

PARIS FASHION WEEK – DAY 1

Louis Vuitton
E’ vero, quando si dice che la prima uscita da subito il mood della sfilata. Da Vuitton il clima è di lusso e  charme al 100%. Dopo diverse stagioni “incerte”, ha recuperato un’ eleganza incredibile;  i modaioli impazziranno per questa collezione, ma anche i più tradizionalisti.


Jean Paul Gaultier
Tanel chiude la sfilata, come ha sempre fatto, ma oggi ha camminato per quello che é: un uomo. E Jean Paul ha smesso di correre come un ragazzino tra le file del pubblico adorante. Effetto del tempo? Ma, la sfilata, é stata bellissima.


Balmain

Balmain anche questa stagione rimane fedele a se stesso. Dichiaratamente rock, dichiaratamente sexy e sempre più lussuoso. Immancabili i pantaloni biker, questa stagione anche in colori più accesi come il rosso o nel bianco ottico. Capo cult rimane il giubbotto di pelle, in pelle, montone o addirittura coccodrillo.

Dries Van Noten
Blu e bianco dominano la sfilata, che si basa su un concetto sostanzialmente semplice, indagando  le variabili di uno tra gli’ accostamenti più basic che esistano. Le stampe, che non mancano mai nelle collezioni di Van Noten, sono anch esse in tema colore, interrotto solo dalle calze – arancio vivo – e da alcuni paletot ver militare.

DOLCE&GABBANA: ACTOR’S STYLE

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FASHION WEEK – DAY 4

Dsquared2

Dean e Dan fanno sfilare il classico bad boy americano. Bello, sfacciato e di buona famiglia. L’ispirazione è il College, la silhouette è ridisegnata e, se possibile, ancora più skinny. (A.P.)

Giorgio Armani

Una bella sfilata, però avrei trascurato alcuni pezzi troppo fashion per essere la Giorgio Armani come il blu elettrico, e i pantaloni multipinces arrotolati sul fondo: per il trade, l’ ho scritto l’ altro ieri, c’è l’ Emporio. Corre il rischio di confondere il suo target di riferimento. Ma tutto il resto, un buon 85% della collezione comunque, mi ha fatto pensare a quello stile per il quale è chiamato Re Giorgio. (A.C.)


Grintoso Q.B. per accontentare un pubblico di target trasversale: dai 18 ai 40. Non mi hanno convinto gli outfit seriosi, che non aggiungono nulla di nuovo alla collezione. Molto meglio i pulloveroni lavorati in rilievo, il chiodo e i pantaloni in pelle. (A.C.)
Sai quando ti chiedono “cos’ hai visto di nuovo?”: ho visto Ports 1961. E’ nuova sul serio ma sopratutto è davvero bella, tutta bella. Nessuna caduta di tono, men che meno di gusto. Fashion, raffinata, intrigante e perfino sexy. Allora, se questi due signori – al secolo Fiona Cibani, (creative director) e Ian Hylton (men designer), non faranno errori di percorso strada facendo, rischiano di diventare dei top. (A.C.)
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La settimana della moda maschile si chiude con i 30 anni del brand Stone Island. Anni di continua ricerca e sperimentazione. Tutto nasce nel 1982 con la  blusa realizzata in “tela stella” che si ispira alle caratteristiche dei teloni da camion
degli eserciti e rieditata per l’anniversario. Gli  altri due capi commemorativi sono il cardigan  “reflective knit” e la  giacca “30/30”. Per l’occasione e per raccontare i trentanni uscirà un libro di 300 immagini in giugno e sempre nello stesso mese, per chiudere i festeggiamenti,  a Firenze verra’ inaugurata una mostra alla stazione Leopolda. (C.O.)

FASHION WEEK – DAY 3

Dirk Bikkembergs

Inversione di marcia, back to dark. Sì perchè Bikkembergs è stato molto dark nelle sue primissime collezioni  (fine anni ’80): adorava il nero (scintillante, in vinile, ma nero). In seguito si è dedicato allo sportswear di lusso e al colore. Ha sempre amato il militare e quello c’è anche in questa sfilata, ma con tanto rigore. (A.C.)
Marc Jacobs “scalda” e reinterpreta in chiave deluxe il classico peacot in panno di lana blue notte foderandolo  in morbido shearling Declinato in rosso vivo, aggiungendo dettagli in nappa e “chiudendo” con  bottoni in argento. (C.O.)
La sfilata ha un gusto meno hollywoodiano del solito, e infatti è più elegante del solito. Dunque, è anche più facile da indossare e quindi da vendere. Grande sfarzo negli accessori, molto belle le maglie round-neck lavorate a grosse trecce e i maxi cardigan (in mohair?) infilati sulla giacca.  Tinte spente, autunnali. Tanto blu scuro. Del resto, anche la nuova campagna di Gucci si è nettamente staccata dalle ultime, algide e artificiose: è molto chic, meno “americana” e più english. (A.C.)
La collezione Class Roberto Cavalli rimanda ad un uomo sofisticato e vanesio e soprattutto attento a  livello di tessuti a quello che stipa nel proprio guadaroba. Soprabiti in lana e cachemire magari con il collo in volpe, velluti broccati e pullover in mohair dalle tonalita’ spente, ma calde. Se fosse un uomo sarebbe Helmut Berger. (C.O.)
Negli anni ’90, nel pieno boom del minimale, Etro sembrava di un altro pianeta: diversamente bello. Colore e opulenza di stoffe, erano “fuori moda” e a remare controcorrente erano quattro gatti, tra i quali anche Paul Smith. Oggi facciamo a gara per avere un pezzo della collezione di Etro  da mettere nei servizi. Una sfilata che trasmette energia e che va guardata con attenzione: potendolo fare, come noi addetti ai lavori, si dovrebbe rivedere ogni singolo pezzo per poterla meglio apprezzare: slegata da uno styling forse un pò troppo carico. (A.C.)
Le robuste suole carrarmato della parte piu’ sportiva di Church’s si “sporcano” questa stagione di camouflage. (C.O.)
Un pò Simons e un pò Slimane: l’ influenza avant-garde dei due designer si sente. La sfilata è molto clean, è grafica ed è una buona collezione pur avendo perso quel segno “disordinato” che la rendeva più personale: ma questo debutto fa ben pensare ad un’ evoluzione che non tarderà a venire. (A.C.)
Savile Rock ovvero dalla tradizione all’ anticonformismo la strada è corta, cortissima. C’è l’ abito classico con uno styling “magrittiano” , c’è la stampa graffito. Bellissimo mix-up di accessori e pezzi di abbigliamento, degno del miglior fashion editor che si possa aspirare ad avere nella proprio staff. Ma soprattutto bravissima la maison che ha mantenuto i codici di appartenenza di uno stilista che ha fatto storia, aggiungendo dei pezzi super vendibili, rivisti e corretti comme il faut. (A.C.)
Brioni ci racconta con eleganza e garbo quattro momenti della giornata di un uomo: Dal consiglio d’ammistrazione, all’appuntamento in sartoria passando per l’aperitivo e concludendo con il club di poker. Che indossi un doppio petto in principe di Galles, un pullover in cachemire, un blouson in nappa  o un tuxedo, l’uomo vero e concreto di Brioni non rinuncia mai in nessuno momento e per nessuna ragione allo stile. Quello con la S maiuscola. Quello Senza tempo! (C.O.)
Quando Versace non fa Versace non mi piace. Mi piace quando Versace è Versace fino in fondo, senza esitazioni, come questa volta. C’è tutto lo scibile dell’ eros, del rock, del lusso. Uno spettacolo pirotecnico… la sua più bella sfilata uomo degli ultimi tre anni. (A.C.)
Gazzarrini mescola i tessuti classici del guardaroba maschile con tessuti tecnici dalle tonalita’ inaspettate. (C.O.)
Il mood militare rivisitato da Woolrich Wollen Mills:  Montgomery in panno di lana con stampa camouflage ma in versione contemporanea e digitale. (C.O.)

Tanto velluto, bellissimi colori, ottimi i tagli: molto più moderna e anche più giovane. La sfilata meriterebbe una regia più contemporanea e meno pomposa; ma i vestiti vanno benissimo così. (A.C.)