Alessandro Calascibetta has been active in fashion since the late 80s. He started off his career at L'Uomo Vogue, after that with Mondo Uomo. Afterward, he became Fashion Director at Harper's Bazaar Uomo, and in 2000 founded Uomo which he directed until 2003. Following that, he started collaborating with Rizzoli. Since january 2015 he is the Editor in Chief of Style Magazine, and still remains as Man Fashion Director for Io Donna and Sette.
EVENTI
C’È MODA E MODA, C’È MODO E MODO
Le sfilate per la prossima estate si sono concluse da 10 giorni. Per il momento, sono già state archiviate: ora è (o sarebbe) il momento di sfogliare le riviste – che già da un mese pubblicano la moda per l’inverno – e farsi un’idea di cosa compreremo da settembre in poi. Ma i social più visti e seguiti, elargiscono ancora istantanee “rubate” al pubblico dei modaioli durante le fashion week e si vede un po’ di tutto. Spesso c’è un signore americano con i capelli bianchi che tutti trovano “top” e che invece è di un’ ineleganza inarrivabile, poi c’è il direttore di quel librone super fashion tutto muscoli e occhiali specchiati, il giovane fotografo che si cambia praticamente ad ogni sfilata, e c’è la Sozzani, sempre bellissima, stilosa, semplice nella sua eleganza che li spazza via tutti. A parte lei, che non ha certo bisogno del plauso di nessuno, il codice di riconoscimento ricorrente per conquistarsi almeno un “top!!” è essere vistosi, ossia: accesi, appariscenti, carichi, chiassosi, eccentrici, lussuosi, ostentati, pacchiani, sfarzosi. Nel bene e nel male, tutto questo fa audience, tanti clic, tanti “mi piace”, tanti “love”: per non parlare degli “adoro” e “amo”. Tant’è, che una delle poche volte che il bravo Schuman mi ha immortalato per The Sartorialist, indossavo un paio di guanti giallo fluo tipo Mickey Mouse, paletot antracite e jeans in velluto bianchi: un look di cui ancora oggi mi vergogno. Bene, ora che ho metabolizzato le sfilate, mi sono reso conto che gran parte della moda che è stata presentata, sembra pensata e disegnata apposta per la fauna dei fashionisti di Instagram, Twitter, Facebook, Tumblr, eccetera. Questo significa una sola cosa: al di là del fatto che quel certo abito sia effettivamente bello o no (perché in questa fase il bello e il brutto si fondono e si confondono, e non li distingui più), durerà solo una stagione. Quello che va, è moda di un attimo e il modo di comunicarla, adesso, è di far credere che se ti metti quella certa stampa con quei colori pop, sei cool. Non è un giudizio, è una constatazione; ho il sospetto che si badi più all’impatto che suscita un colore o uno sberluccichìo piuttosto che alla sostanza. Alcuni stilisti – bravissimi – sono caduti in questa trappola che porterà a nulla, se non a un repulisti generale e drastico nel giro di poche stagioni. C’è moda e moda: prendi una qualsiasi delle mille magliette schizzate di colore e metti a confronto il Madras divino che ha fatto Missoni, i tagli geometrici di Cerruti, le giacche bicolore di Valentino o l’eccentrità intelligente di Etro: ti togli ogni dubbio. C’è moda e moda, c’è modo e modo.
Spring/Summer 2014 Fashion Shows ended ten days ago. … Continua a leggere →
PARIS FASHION WEEK SS14 – PART FOUR
SAINT LAURENT PARIS
Prendi lo Styling di Ray Petri (giubbotti in pelle e calzettoni bianchi in spugna), lo shape dei primi Beatles o dei Mod (abiti neri striminziti con pantaloni a sigaretta, camicia bianca e cravatta stretta e nera), qualche giacca street, molto corta e con le tasche a soffietto sul petto, fatta di panno nero invece che in denim blu; mettici pure un bel po’ della cultura musicale di Slimane e del “suo” Dior Homme. Infine, aggiungi il suo amore per quella introversione e quel tormento tipicamente giovanili. Poi versa tutto nello shaker: il risultato é sorprendente. Nel bene e nel male.
LUCA LARENZA
Il giovanissimo stilista ribadisce creatività e competenza. La sua cultura dell’immagine e della moda riflettono la collezione. Meriterebbe di avere un’azienda che lo sostenga comme il faut.
PARIS FASHION WEEK SS14 – PART THREE
LANVIN
La sfilata di Lanvin manda un messaggio nitido: mette in scena due anime dello stesso uomo, un uomo che desidera una moda-couture, realizzata con tagli di chirurgica perfezione, geometrica e affilata. Ed è il medesimo uomo che, di notte, veste giubbotti corti e neri, e li abbina a camicie e canotte d’effetto catarifrangente: ambiguo e affascinante, una sintesi tra Helmut Berger di “La caduta degli déi” e Anthony Perkins di “Psycho”.
HERMÈS
Mastice, ferro, azzurro chiaro: i colori sono pallidi e polverosi. Lo styling dégagée da vita ad una collezione delicata: le maniche arrotolate, i cotoni sgualciti o lavorati in rilievo, “croccanti”, restituiscono una freschezza che alleggerisce l’aria impettita di chi si prende troppo sul serio. Le giacche destrutturate vestono con garbo e proporzioni perfette, un uomo che ha voglia di stare bene con gli abiti che indossa. Un uomo che ha il giusto rapporto con la moda. Ossia: la ama ma non la subisce.
PAUL SMITH
Rosa Dandy e Rock Sartoriale. Dalla collezione emerge una leggerezza che da sollievo: ho ritrovato un’aria anni ’60, mi ha ricordato David Hemmings in “Blow-Up”, e l’attitudine scanzonata ma chic delle Band dell’epoca. L’idea di accostare un capo rock/moto come il “chiodo” leather nero con il pantalone in grisaglia in puro stile british, avvicina due mondi apparentemente lontani: un modo nuovo di proporre la moda.
PARIS FASHION WEEK SS14 – PART TWO
CERRUTI 1881
Eleganza Vera. In questa collezione ho visto qualcosa di praticamente introvabile: rigore e purezza che si fondono con uno stile “vivo”, vero, autenticamente e oggettivamente Elegante. Se esistesse l’alta moda anche nel menswear, con questa sfilata, Cerruti11881 meriterebbe di farne parte.
MAISON MARTIN MARGIELA
Una collezione volutamente molto semplice e vendibile, arricchita grazie ad uno styling giocato sulle sovrapposizioni. Il fit sembra più morbido del solito.
BERLUTI
L’impatto é brillante e vivace; la collezione rimarca un concetto di lusso evidente, fatto di tessuti e pellami particolarmente eccellenti.
GIVENCHY
Una parte delle stampe fa riferimento agli strumenti di una sala di incisione anni ’70. Sintetizzatori, bobine per nastri e manopole colorati, cosi come, altrettanto vivaci, sono le tinte delle righe orizzontali: gli sfondi sono bianco ottico. Le atmosfere dark lasciano – finalmente – spazio ad una vena ottimista e solare, fatta di capi che segnano un’epoca.
KENZO
La sfilata presenta un prodotto fresco e giovanile; l’anima della collezione é sport-fashion.
DIOR HOMME
Sembra chiaro che il gusto di Dior Homme é fortemente legato al minimalismo. Le lane fredde e i pattern geometrici accentuano la linearità della collezione, esasperando un’idea di uomo in contro-tendenza.
DRIES VAN NOTEN
Tanti fiori, stampati, ricamati o dipinti su cotoni leggeri o sulla seta, da spezzare con la tinta unita in un gioco di lunghezze e strati tra spolverini e bermuda.