PARIGI: CERRUTI 1881, GIVENCHY, MAISON MARTIN MARGIELA
CERRUTI 1881
Aldo Maria Camillo dà l’ennesima prova di spessore e di gusto. La sfilata – che è ancora più ricca di contenuti fashion rispetto a quella della P/E – raggiunge il cuore di un uomo un po’ misterioso e bohémien. Cerruti 1881 si allinea alle tendenze del prossimo A/I e presenta cappotti molto lunghi, mantelle, larghi riquadri. Mirabolanti a dir poco, le stoffe lavorate con dei “bassorilievi” che creano un gioco di simmetrie geometriche che rammenta il labirinto di siepe di “Shining”… e i giardini di Versailles. Sono sorprendenti i cappotti-gilet, cioè senza maniche, che gli indossatori vestono sopra un secondo paletot, leggermente più corto, e che nella quotidianità saranno bellissimi da mettere sopra una maglia molto pesante o proprio sopra l’abito intero (molto asciutto, anche nella versione doppiopetto 8 bottoni). La nuova foggia dei pantaloni, molto aderenti o viceversa molto larghi sul bacino e con il cavallo basso e in entrambi i casi molto corti, aggiungono un ulteriore segno caratterizzante. Applausi.
GIVENCHY
Bravo Riccardo Tisci. Le sue prime collezioni mi avevano lasciato tiepido e perplesso, mi erano sembrate “forzate” e anche troppo monotematiche; e forse non mi sbagliavo. Ho sottovalutato però che il suo progetto ha funzionato grazie a queste caratteristiche, affermandolo – da subito – nell’olimpo dei top designer. Adesso che Tisci è in cima alla vetta, il compito di mantenere alto il livello di aspettativa è anche più difficile: ma in questa sfilata ha dato il meglio di sé e – senza compromettere il suo wild-fashion-side – è riuscito ad addolcire la collezione, che è davvero ampia, completa, incredibilmente ricca di dettagli da scoprire uno ad uno. Molto Moda, Molto Bella.
MAISON MARTIN MARGIELA
Probabilmente il nuovo management non fatto in tempo ad assorbire i codici di lettura della moda di Margiela. L’immagine – straordinaria – dello stilista “invisibile”, che ha già lasciato il brand diverso tempo fa nelle mani del suo team, era rimasta quasi intatta in questi ultimi anni. Oggi come oggi resta poco di quel mondo, ma neppure c’è stata una rielaborazione radicale ma con una direzione dai contorni decisi; forse perché è la prima. Vedremo più avanti.