BAD BOYS?

Nel mondo della musica e del cinema, si sa, in mezzo a tanta bellezza fine a se stessa – e per questo spesso passeggera – vince chi dimostra di avere carattere. Spesso un brutto carattere. Da James Dean in poi, i ragazzacci di Hollywood hanno dominato la scena, a volte per posa e altre, invece, manifestando davvero le sfaccettature più ombrose della loro indole. Questi aspetti vengono ovviamente esteriorizzati con scelte fashion ad hoc, ma davvero i divi dello star system riescono a fare i “cattivi” anche nello stile? Prendiamo Jared Leto, attore di Requiem for a Dream e Alexander ma anche leader della band Thirty Second To Mars, qui sul tappeto rosso degli scorsi Hollywood Film Awards. Il suo look è sottolineato dalla mise slim e total black disegnata da Hedi Slimane (da poco alla guida di Saint Laurent Paris), che gli ha dato una linea, appunto, molto rock; i capelli lunghi e il viso scarno di Leto, però, regalano un’immagine che è a metà strada fra un Kurt Cobain e un Gesù dei giorni nostri un po’ spaurito (bello però il dettaglio della pochette acquamarina). Meglio sicuramente l’effetto che fa Robert Pattinson, altro giovane talento cinematografico che si sta ripulendo – per fortuna – dalla fama di Mister Twilight ed è di questi tempi molto richiesto dai registi di spessore (Cronenberg in primis): nel completo blue navy dall’ultima collezione resort di Gucci che sfoggiava alla seconda edizione degli Australians In Film Awards, lo scorso settembre a Beverly Hills, appare estremamente elegante, nonostante  la barba ispida e il pallore rimarchino il suo stile barbon-chic. Un altro attore che cattura l’attenzione per via del suo fascino un po’ oscuro è Michael Fassbender, acclamatissimo protagonista molto molto magro in Hunger e molto molto nudo in Shame. Alla première newyorkese del suo ultimo lavoro, The Counselor, in cui recita al fianco di Penelope Cruz e Cameron Diaz, l’attore indossava giacca nera, camicia bianca e jeans scuri, tutto Armani: per essere su un red carpet, un outfit che grida understatement, ma nell’insieme disimpegnato e disinvolto, ha il suo perché.

Sempre a proposito di Armani e di New York, si è svolta lo scorso 24 ottobre la serata di gala One Night Only, l’evento (visto in precedenza anche a Londra, Tokyo, Pechino e Roma) che celebra in retrospettiva, con la mostra “Eccentrico” e una sfilata esclusiva del meglio delle collezioni Privé degli anni passati, la gloriosa carriera di re Giorgio. Fra i settecento esclusivi invitati alla serata americana c’era anche Mark Ronson, il bravissimo e chiacchieratissimo produttore discografico (fra gli altri anche di Amy Winehouse, per dare un’idea) che ha curato il dj set nell’after party; dj set che speriamo sia risultato meno dissonante del suo look quella sera, composto da un abito marrone gessatissimo con tanto di cravatta verde. La stessa sera faceva tutt’altra figura Ricky Martin, un tempo sex symbol dalla mascolinità latina e apparente womanizer, ora pacato padre gay di due gemelli: l’abito classico, la camicia scura senza colletto e l’ampio foulard fantasia, costruiscono un’eleganza al contempo rigorosa e stravagante. Fra tutti i bad boys di Hollywood è doveroso ricordare un personaggio che ci ha lasciato troppo prematuramente: Heath Ledger. Scomparso per overdose di farmaci nel 2008 a soli 28 anni, era un connubio senza pari di espressività e disperazione. Lui sì che sapeva sconvolgere le regole così compassate del red carpet: basta pensarlo alla chiusura della Mostra del Cinema di Venezia nel 2007, con capellino da pescatore, T-shirt gialla sotto al gilet, Rayban e calzoncini, e soprattutto col dettaglio divertentissimo dei calzini alla “Dov’è Wally?”. I cattivi ragazzi forse non esistono sul serio, ma quando ne riconosci uno autentico, di sicuro lascia il segno. Paolo Armelli (http://liberlist.wordpress.com/)

In fashion and show business, in so much an end to itself – and, for this, fleeting – beauty, wins who reveal to have personality. Often a bad personality. From James Dean on, the Hollywood bad boys have held the stage, sometimes for stance and sometimes, instead, really showing the dark sides of their nature. Those features are obviously displayed with ad hoc fashion choices; but do stars manage to be “bad” in style too? Take Jared Leto, actor in Requiem for a Dream and Alexander but also leader of Thirty Second To Mars, here on the red carpet of the last Hollywood Film Awards. His look is stressed by the slim and total black outfit designed by Hedi Slimane (recently become the creative director for Saint Laurent Paris), that has a real rock appearance; but his long hair and thin face make him look like a hybrid between Kurt Cobain and a bit scared Jesus of today (but we like the turquoise pocket handkerchief detail). We prefer the effect had by Robert Pattinson, another young movie talent who’s releasing himself – fortunately – from the Mister Twilight rep, very esteemed by important directors (first of all Cronenberg): he is extremely elegant, although the bristly beard and his pale complexion highlight his bum-chic style, in this blue navy suit from the last resort collection by Gucci, worn at the second edition of the Australians In Film Awards last september in Beverly Hills. An actor that catch the eye due to his dark charm is Michael Fassbender, acclaimed protagonist very very thin in Hunger and very very naked in Shame. At the NY premiere of his last movie, The Counselor, in which he acts with Penelope Cruz and Cameron Diaz, he wore black jacket, white shirt and dark jeans by Armani: an understatement outfit for the red carpet, but that has its own reasons for its spontaneity and self-confidence. Talking about Armani and New York, last October 24th took place the gala One Night Only, the event (previously organizd in London, Tokyo, Beijing and Rome) that celebrates the career of King Giorgio in a retrospective, with the exhibition “Eccentrico” and an exclusive fashion show with a selection from the Privè collections of last years. Among the sevenhundred guests there was Mark Ronson, the great and much talked about recording producer (just to give an idea, he was the producer of Amy Winehouse) that minded the after party’s dj set; a dj set that we hope has been less discordant of his look that night, composed by a ultra-pin striped brown suit with green tie. That same night made a completely different impression Ricky Martin, latin sex symbol and ostensible womanizer in the past, now calm gay father of two twins: the classic suit, the collarless dark shirt and the printed scarf, formed a rigorous and peculiar at the same time elegance. One of the Hollywood bad boys, due to remember, that passed away too early is Heath Ledger. Dead for medicine overdose in 2008, only 28, he was a mix without equal of expressivity and despair. He knew how to overturn the composed red carpet rules: think about him at the closure of Venice Film Festival in 2007, with a fisherman’s hat, yellow T-shirt under the waistcoat, Rayban and shorts, and above all the funny detail of those socks a la “Where’s Wally?”. Bad boys maybe don’t exist for real, but when you recognise a real one, he surely leaves the mark. Paolo Armelli