FASHION WEEK MILANO – LONDRA – PARIGI: LA SELEZIONE INEDITA E ANTI CONVENZIONALE DI FEDERICO POLETTI PER THE MEN ISSUE
Alexander McQueen
Il tour de style (e anche un po’ tour de force) della moda procede secondo tappe ben definite: s’inizia da New York, poi Londra per passare a Milano e last but not least Parigi, dove è appena finita ieri la fashion week forse più intensa per numero di sfilate, presentazioni e fiere. Ogni città mostra un DNA stilistico, offrendo indicazioni su come vestiranno le donne per la prossima stagione.
Partendo da Londra, da sempre riconosciuta per una creatività più eccentrica e sperimentale, oggi la moda sembra aver preso una direzione più “commerciale”. Il rischio è percorrere una via di mezzo che potrebbe lasciare molti un po’ indifferenti o almeno perplessi. E’ un dato di fatto: Londra è oggi la capitale, dove molti firma vogliono essere presenti. Tra le griffe italiane Moschino Cheap&Chic ha sfilato con una collezione all’insegna del rosa e del rock’n roll. Abiti ironici, come le pellicce oversize e i maglioni con punto interrogativo, ma soprattutto gli accessori sempre scanzonati che sono in perfetto London Style. Londra ha fatto crescere la propria scuderia di giovani ed è oggi più combattiva che mai. Christopher Kane ha esordito con uno show di 60 look con i temi più differenti, dal camouflage al grafico, passando per il motivo floreale, uno zelo stilistico che segna il suo esordio con il gruppo PPR. Nel perseverare col tema stampe, tratto che caratterizza la scena inglese, il duo Peter Pilotto ha sviluppato motivi caleidoscopici utilizzando tecniche 3D, che rendono abiti e capispalla immediatamente riconoscibili.Sulla strada del “think print”, è da sempre il lavoro di Mary Katranzou, stilista greca con base a Londra, che colpisce sempre per magia e forza espressiva. Famosa per il modo in cui tratta disegni e stampe, per questa stagione la designer si è dedicata ai paesaggi dai toni scuri e con pochi colori. La Katranzou si è ispirata ai lavori fotografici di Edward Steichen e Alfred Stieglitz, sviluppando una poeticaimpressionista in bianco/nero senza trascurare la ricerca disilhouette e volumi inediti. Tra le sorprese della London Fashion Week Tom Ford ha sfilato per la prima volta spiazzando gli astanti con un mix di stili e ispirazioni che hanno lasciato tutti un po’ perplessi (il confine con kitsch è davvero vicino, quasi impalpabile). Una Londra in grande spolvero, ma poco underground, oggi più vicina a Milano di quanto si potesse immaginare un tempo.
Così nel passaggio a Milano – oltre ai numi tutelari che diffondono l’atteso e sacro verbo dello stile, come Prada, Dolce&Gabbana, Gucci e Armani – la parola d’ordine sembra essere stata: spazio ai giovani. Mai come in questa fashion week milanese i nuovi talenti sono stati protagonisti: da SUPER nuova fiera organizzata da Pitti Immagine e Fiera Milano a White con la mostra-omaggio al colore blu di Renato Balestra, fino alle passerelle. Andrea Incontri ha presentato una collezione che evoca una femminilità delicata e dal sapore retrò: tubini morbidi e mai costrittivi, gonne svasate, pantaloni ampi e abiti lunghi dalla scollatura a V. Fantasie floreali effetto tappezzeria sfoggiano colori polverosi memori di un passato da ricordare. Abiti pensati per una donna passionale e dalla personalità intrigante. Sempre ricercata per il mix di materiali e lavorazioni è stata la collezione di Gabriele Colangelo, che si è ispirato all’artista Laurent Segretier e alle mille possibilità espressive del pixel. Tra i giovani promettenti e al centro dei riflettori milanesi è Fausto Puglisi, che oltre alla propria label, ha debuttato anche a Parigi come direttore creativo di Emanuel Ungaro. La sua moda gioca sulla contrapposizione di forme e di stilemi noti, una certa ridondanza decorativa sempre riconoscibile. Un mix and match audace: le righe rugby del pull di lana si mixano al panno a stampa tartan arricchito da ricami di pietre, l’abito lungo con profondi spacchi laterali si abbina alla pelliccia e ai leggings stampati.
Ora è la volta di Parigi che ha visto sulle passerelle dalle proposte più concettuali e rigorose, tutte declinate in bianco/nero di Rick Owens, Ann Demeulemeester, Gareth Pugh, ma anche la quintessenza dello chic francese con Lanvin, Chanel, Rochas, Nina Ricci fino allo stile decontratto con cappotti vestaglie e piagiami di Louis Vuitton, tanto per citarne alcuni. A ognuno il suolook. Parigi distilla il meglio dello stile con proposte che spaziano per contaminazioni e ispirazioni. Tra i macro-trend da segnalare: il ritorno del pantalone in tutte le varianti,stretto o ampio, dallo chiffon alla pelle, fino al patchwork (DaMaison Martin Margiela, Issey Miyke, Junya Watanabe, Haider Ackermann). Anche a Parigi spazio ai giovani che sono alla guida di grandi maison: Alexander Wang debutta da Balenciaga superando la sua prima sfilata; il deisgner ha riletto le forme tipiche del marchio, ma con un sapiente tocco hig-tech nei tessuti; Raf Simons da Dior continua il suo percorso di contaminazione artistica; Goga Ashkenaziha rimesso in pista Vionnet con un team stilistico composto da Diego Dolcini, Albino D’Amato e Simona Grossi;Fausto Puglisi battezza il nuovo corso di Emanuel Ungaro, guardando a una parigina, che vive a Los Angeles tra la fine anni Settanta e i primi Ottanta. Un luogo che loaccomuna a Hedi Slimane, già dal suo debutto con il suo rilancio in chiave grunge e ribelle di Saint Laurent. Forse un segnale che le nuove clienti – le parigine di oggi – sono forse tutte emigrate a LA. Non solo stravaganza, ma anchegrazia e severa sensualità da Valentino e Céline tra stampe floreali e riferimenti all’arte fiamminga. Chiude in bellezza questa lunga settimana parigina il tocco di colore tra righe e pois di Miu Miu, che propone una silhouette allungata e iper femminile dal sapore un po’ retro. Un tour di stili che si muovono in direzioni diverse, dal severo all’ironico, dal bianco/nero al colore. Ogni città ha proposto il proprio melting pot creativo. Alle donne l’ardua scelta nel trovare il proprio stile.
The tour de style of fashion it’s proceeding through three stages: It begins in New York, then goes to London, Milan and Paris wich is probably the most intense one for the amount of fashion shows, fairs and presentations. Every city has its own stylistic DNA giving us previews of what women are going to be wearing next season. Let’s start with London: very well known for its unconventional and eccentric style which now seems to have become more commercial and wearable, at risk of growing into something of a disappointment and leave quite some people puzzled, if not indifferent. It’s a matter of a fact that London it’s the place where a lot of brands want to be right now. One of the italian brands on the british runways has been Moschino Chip & Chic, the fashion show was filled with pink and rock’n roll spirit. It’s ironic clothing: the oversized coats, the question-marked sweaters and the playfull accessories on top of it all as they are in perfect London style.
The Big names of London Fashion Week have been sending out a laud and clear message. London has been waiting for its young designers to get ready and now they are out there more aggressive than ever. Kristopher Kane has been celebrating with stylistic fervour his beginning with the PPR group and started off with 60 very different looks, we have seen camouflage, graphic and floral. Talking about patterns, (peculiarity of the english scene) the Peter Pilotto duo designed and developed kaleidoscopic patterns, using 3D techniques to make the clothes and the outerwear immediately recognizable. Another “pink thinker” is Mary Katranzou greek designer based in London, always strikingly expressive and magic, well known for the way she treats patterns and prints. The designer has dedicated her last collection to not-very colorful dark-shaded landscapes, inspired by Edward Steichen’s photographic work, she has been developing her sense of impressionist poetry in black and white, re-thinking volumes and shades in an unconventional way. Last but not least the masters of London Fashion Week: Tom Ford andBurberry. Tom Ford left everybody staring at a mix and match of different styles and inspirations (almost kitsch). London is in great form but seems quite less underground and getting closer to Milan more than we could have ever imagined.
In Milan, a part from the usual fashion divinities spreading the verb of fashion like Prada, Dolce & Gabbana, Gucci and Armani, it’s seemed to be the young designers’ turn. Milan Fashion Week has never been so full of new young talented designers, from the SUPER new tradeshoworganized by Pitti Immagine and Fiera Milano, to White Show with the exhibition dedicated to thecolor blue by Renato Balestra until the runways. The collection designed by Andrea Incontri has delicate feminine feautures and a vintage touch: soft, never tight sheat dresses, flared skirts, wide leg trousers, and v neck long dresses. Floral wall paper patterns with dusty colors that remind us of a faraway past. Heavy clothing for passionate women with intriguing personalities. Gabriele Colangelo’s latest collection was filled with refined materials as usual, inspired by artist Laurent Segretier and by the endless possibilities of pixells. Another promising young designer is Fausto Puglisi which debuted other than with his own label also as creative director of the house ofEmanuel Ungaro in Paris. His fashion it’s a mix of different styles but always recognizable and that is what makes him successful in such a confusing time for fashion. A provocative mix and match: ragby stripes and precious stones on tartan fabric for pullovers, the long dress with lateral slits goes perfectly with the fur coat and printed leggins.
Now it’s the Paris turn with the most different catwalks from the most conceptual and rigorous, all declined in black / white like Rick Owens, Ann Demeulemeester, Gareth Pugh, but also epitomeof French chic with Lanvin, Chanel, Rochas, Nina Ricci up to the most decontracted style ofLouis Vuitton, to name a few. To each his own look. Paris is offering the best of style with international fashion proposals filled by inspirations and contaminations. Among the macro-trends worth noting: the return of the trousers in all variations, tight or wide, from chiffon to leather up to patchwork (from Maison Martin Margiela, Issey Miyke, Junya Watanabe Haider Ackermann). In Paris spotlight for young people who are the creative director of well established fashion houses: Alexander Wang debuts at Balenciaga overcoming his first show: the deisgner has reinterpreted the typical volumes of the brand, but with a twist in the hi-tech fabrics, Raf Simonsfor Dior continues its path of artistic contaminations; Goga Ashkenazi is relaunching Vionnet with a design team consisting of Diego Dolcini, Albino D’Amato and Simona Grossi; Fausto Puglisibaptizes the new course of Emanuel Ungaro, looking at a Parisian who lives in Los Angeles in the late seventies and early eighties. A city that links him to Hedi Slimane, since his debut at Saint Laurent seen through the grunge. A statement against the bourgeoisie. Perhaps a sign that the new customers – the Parisians of today – are all emigrated to LA. Not only extravagance, but also grace and a severe sensuality at Valentino and Céline among floral prints and references to Flemish art. The Paris Fashion Weeks ends with a the joyful touch of stripes and polka dots by Miu Miu, that showcased an elongated silhouette, ultra-feminine looking at the past. A tour of styles that are moving in different directions. Every city has it’s own creative melting pot. To all the women the difficult choice to find the perfect match.
Federico Poletti
Emanuel Ungaro
Fausto Puglisi
Gabriele Colangelo
Mary Katrantzou
Miu Miu
Peter Pilotto
Tom Ford
Valentino
Vionnet