DECISO, POCO DONDOLANTE E DIFFICILE A MANOVRARSI. LO STATO DI BEATRICE PUCCI.
Tutto parla di te
Rintanata in uno studio vicino alle montagne, Beatrice Pucci è disegnatore, scenografo, regista di animazione ma soprattutto creatore – animatore. Ma più di tutto la Pucci è un’incantevole anima “antracite” di pupazzi, che ama caricare i toni senza alcuna smanceria in stop motion. I pupazzi (di svariate forme e dimensioni varie) non hanno fili e, al contrario delle cugine marionette, non hanno strategie sclerotiche da perpetuare fedelmente all’infinito. Inevitabile, infatti, il suo incontro con Pinocchio e con la vecchiaia.
Imago Teste
I fantocci, si dice, non hanno espressione, ma le creature dell’artista sono caricate di energia e di tutto un allibito sentimento che Beatrice Pucci riesce ad infondere. Questi esseri difficili a manovrarsi dalla sfigurata essenza si muovono con un linguaggio più vicino alla danza, in modo diretto e senza bugie. Gli spazi concreti (delle istallazioni) filmati dall’artista sono come delle case di bambola inabitabili, così vicine alle nostre case di uomini e così ferme e oscure. Il tempo delle opere della Pucci spegne il congiuntivo nel dare forza al condizionale, la magia dei fantocci si ottiene solo attraverso alcune congetture.
Soil is alive
Questi mostri di lattice, plastilina, ferro e ovatta sono totalmente in antitesi con il loro significato: i pupazzi della Pucci hanno carattere, son ben poco dondolanti anzi a dire il vero non stanno mai, come i ricordi, ben fermi. Sono protagonisti – spaventapasseri spezzettati sbilenchi che tengono lontane le paure fondate e non sono mai veramente brutti, neanche malvestiti, ma sempre un po’ magri e dinoccolati. Hanno occhi stralunati, con la testa annerita e gli arti sottili, sono incantati e incantevoli e non troppo cupi gli abitanti dei mondi che l’artista compositore costruisce in completa solitudine, frame a frame.
Imago
In questa configurazione Beatrice sembra amare tutti, uomini e donne, ed essere anche costantemente innamorata dell’amore. Pedine autonome di grande importanza, simpatici emissari di senso. Putroppo ci si ferma un attimo soltanto a guardarli, niente paura son solo pupazzi, e si passa oltre, e loro son lì a sgranare gli occhi su tutta l’oscura visibile bellezza del mondo.
Tutto parla di te
http://www.beatricepucci.com/
Nel 2012 ha collaborato con Alina Marazzi per il film: “Tutto parla di te” realizzando un corto animato.
Appena conclusasi la mostra con i suoi disegni alla collettiva: “Il mucchio selvaggio parte III”, presso D406, Modena.
Fernendo Nevruz
Decisive, little swinging and hard to steer. The state of Beatrice Pucci. Hidden in her studio nearby the mountains, Beatrice Pucci is illustrator, set designer, animation director but mainly creator – animator. But above all, Pucci is an enchanting “charcoal” soul of puppets, that loves to inflate tones without any soppiness in stop motion. The puppets (of different shapes and dimensions) don’t have strings and, unlike the marionettes, don’t have to perpetuate endlessly neurotic strategies. Inevitable is her encounter with Pinocchio and the old age. Puppets, it is said, don’t have any expression, but her creatures are loaded with energy and a dismayed feeling that Beatrice Pucci is able to instill. These creatures, hard to steer, with a deformed essence, move with a language similar to dance, in a direct and honest way. The tangible spaces (of the installations) shot by the artist are like unlivable dollshouses, so close to our human houses and so fixed and dark. The time of Pucci’s artworks turns off subjunctive strenghtening conditional, puppets’ magic exists only through guessworks. These monsters made of latex, clay, iron and padding are in complete contrast with their meaning: Pucci’s puppets have a spine, are very little swinging, rather they never keep, like memories, still. They’re protagonists – chopped wonky scarecrows that keeps grounded fears away and are neither ugly nor badly dressed, but always a bit thin and lanky. They have staring eyes, blackened head and slim limbs, they’re enchanted and enchanting and not so sullen, inhabitants of universes that the artist builds in complete solitude, frame by frame. In this configuration Beatrice seems to love everyone, men and women, and to be constantly in love with love. Free pawns of great importance, funny emissaries of sense. Unfortunately we stop only a moment to look at them, no fear they’re just puppets, and we move on, and they are there with their eyes open on that clear dark beauty of the world. http://www.beatricepucci.com/ In 2012 she collaborated with Alina Marazzi for the movie: “Tutto parla di te”, making an animated short. Just ended her illustrations’ exhibition in the collective: “Il mucchio selvaggio parte III”, at D406, Modena. Fernendo Nevruz