Alessandro Calascibetta has been active in fashion since the late 80s. He started off his career at L'Uomo Vogue, after that with Mondo Uomo. Afterward, he became Fashion Director at Harper's Bazaar Uomo, and in 2000 founded Uomo which he directed until 2003. Following that, he started collaborating with Rizzoli. Since january 2015 he is the Editor in Chief of Style Magazine, and still remains as Man Fashion Director for Io Donna and Sette.
Archivio di ottobre, 2015
CLAMPS AND KANGAROOS
Pantofole, Gucci f/w 2015
La prima collezione Gucci firmata Alessandro Michele è nelle boutique ed ecco identificato l’accessorio feticcio, bramato dai fashionisti: la pantofola in pelle con fodera in canguro, rifinita con il caratteristico dettaglio morsetto. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl.
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IO DONNA SCHEMA LIBERO PROFONDO ROSSO
Deep Red. Its title should have been The saber-toothed tiger. We don’t know if Dario Argento changed his mind in the last second or if he declared a false title to divert the expectations of press and audience. Regardless, it came out with the title Deep Red. It was march 7th 1975. So, the most successful movie by Dario Argento is 40 years old but it looks more recent. The director used advanced shooting techniques, from the Snorkel microcamera to the Dolly Champman camera for tracking shots. Obviously, it has nothing to do with the modern special effects. But the great thing about Deep red is that, although it was shot with means now obsolete, it is frightful just like the actual The Ring saga. The final flashback, that reveals that the murderer’s identity was right before our eyes since the first murder (matter of seconds, but we can see the criminal’s face), and the soundtrack by the Goblins are a milestone of the italian filmmaking. Above, Dario Argento with David Hemmings, the protagonist of Deep Red.
ANGELO BRESCIANINI – A FERRO E FUOCO
Angelo Brescianini è un artista poliedrico e un innovatore, che ha fatto della ricerca continua e della contaminazione fra i generi l’elemento caratteristico del suo personale linguaggio. In più di trent’anni di attività, non ha mai smesso di sperimentare, dimostrando con naturalezza la possibilità di compendiare nell’opera elementi propri dell’artigianalità e delle tecniche di produzione industriale, del design e delle più complesse ricerche pittoriche e plastiche. Proprio dall’evoluzione di queste ricerche, nascono le sue “Espansioni”, particolari opere realizzate sparando con fucili, pistole e altre armi da fuoco, che egli definisce “ i miei pennelli”. Brescianini riesce a realizzare, sparando contro piastre d’acciaio, superfici estroflesse in grado di “catturare” la luce, creare dilatazioni visive ed espandere il riflesso deformato dello spazio circostante. Le sue opere, come scrive Antonio Falbo, che ne è stato lo scopritore, “divengono quasi metafora del vuoto, dell’attesa e della provvisorietà delle cose. Attraverso zone arcane, si stabilisce in esse un sentimento di attesa, che si interroga sulle ragioni del ritmo e della compiutezza convenzionale”. L’uso di supporti rigidi come l’acciaio e il “disegno” a punti realizzati con proiettili sparati fanno della ricerca di Brescianini una radicale proposta, che oltretutto riscatta l’uso delle armi, trasformate da strumenti di violenza in mezzi creativi. Fino al 24 ottobre presso il MAON, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende (CS), sarà possibile ammirare la mostra “ANGELO BRESCIANINI / A ferro e…fuoco” a cura di Salvatore Falbo e Roberto Sottile. Questa rassegna precede le mostre che vedranno l’artista protagonista di importanti appuntamenti al Lattuada Studio di Milano, nel mese di novembre, e successivamente a New York, Londra, Miami, Houston e, per ultimo, nel mese di marzo 2016, a Dubai.
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