FUR ABOLITION
Backstage della campagna fw 2015 di BOSS
L’uso della pelliccia nella moda è controverso da molti anni. Da un lato gli animalisti e molte celebrities ne domandano l’abolizione completa dalle collezioni sottolineando le crudeltà verso gli animali commesse da allevatori e le orribili condizioni in cui le bestie vengono tenute e uccise. Dall’altro lato, colli, stole e capi interi sono talmente “dentro” al fashion che pochi stilisti, anche se consci del problema, hanno avuto il coraggio di eliminarli del tutto. La pellicceria non è, comunque, solo un problema di umanità verso gli animali, ma di inquinamento. Infatti i procedimenti utilizzati per lavorare le pelli sono molto onerosi per l’ambiente. Un elemento che si è saldato a quello morale e che ha generato piano piano nel tempo una crescente disaffezione – per lo meno in una determinata fascia di consumatori occidentali – nei confronti del genere. Non tutto il pubblico è uguale e non tutti gli stilisti ragionano allo stesso modo. Di poco tempo fa è la decisone di Stella McCartney di non usare la lana della Patagonia. Una risoluzione presa dopo avere visto le sofferenze inflitte ai greggi dai tosatori. Si arriverà sul suo esempio ad una moda vegan? Difficile a dirsi. Ma qualche prodromo c’è. Intanto il marchio Hugo Boss ha annunciato, a partire dalla collezione autunno-inverno 2016, il varo di linee del tutto fur-free, libere anche della pelliccia di coniglio, la meno costosa. Il marchio utilizzerà solo eco-pellicce ed eco-pelle. La decisione è stata preannunciata nel bilancio di sostenibilità 2014, a riprova di quanto i temi etici oramai siano diventati così importanti da entrare nei consigli di amministrazione esulando dalla sensibilità dei singoli. Iniziative analoghe sono state prese anche da Tommy Hilfiger, Calvin Klein, e, per gli italiani, da Geox. Luisa Ciuni
The use of fur in fashion has been debated for years.
Animal activists and many celebrities ask for the complete abolition from the collections, highlighting the cruelties committed by breeders and the terrible conditions that animals live and dead in. But fur is so much part of fashion that only a few designers, even if aware of the problem, had the courage of eliminating it totally. But this is not only a problem of animals’ conditions, but it also means pollution. The fur treating procedures are indeed very onerous for the environment. These two sides of the problem has caused, little by little, an increasing disaffection – at least in a specific part of westerner consumers – towards it. Not all the consumers are the same and not all the designers think in the same way. Recently Stella McCartney decided not to use wool from Patagonia, based on the suffering inflicted by shearers to the flocks. Is it the start of a vegan fashion? It’s difficult to say, but there are some forerunners. Hugo Boss announced the launch of totally fur-free collections from f/w 2016. It will use only eco-friendly leather and fur. This decision was included in the 2014 business case, as a proof of the importance of ethical matters, that goes beyond the individual’s awareness. Similar decisions has been made by Tommy Hilfiger, Calvin Klein, and, in Italy, by Geox. Luisa Ciuni