FASHION TRACEABILITY
Showroom Lardini
Sapete da dove provengono gli abiti e le scarpe che indossate? Siete certi della tracciabilità di pantaloni, capispalla, T-shirt? La risposta nella stragrande parte dei casi è no. Perchè questo dato spesso è considerato di nessun interesse, un elemento che non merita alcun approfondimento. Invece, ad un più attento ragionamento, si rivela un elemento importante sia dal punto di vista strettamente etico sia da quello ecologico. Conoscere con sicurezza da dove vengono gli abiti che si hanno addosso significa sia potere fronteggiare velocemente casi di allergie ai tessuti sia di potersi rendere conto se al prezzo dell’oggetto acquistato corrisponde un effettivo valore. Infatti, un conto è comprare una giacca termosaldata fabbricata in Asia, un conto è pagare un capo artigianale italiano; se la cifra versata è la stessa, sono molti gli elementi che non convincono; la spesa, se alta, nel caso del capo estero è iniqua. Un prodotto italiano offre concrete garanzie di essere stato eseguito seguendo le leggi, utilizzando materiale non tossico, impiegando lavoro adulto. Il resto? Spesso rimanda a paghe irrisorie, colle o fissatori pericolosi, sfruttamento dell’essere umano spesso dei minori, sfruttamento del territorio. Oggi i consumatori moderni apprezzano sempre di più di acquistare vestiti fabbricati senza commettere ingiustizie o reati e sempre maggiormente richiedono informazioni sulla provenienza dei prodotti. E anche in Italia la nuova mentalità si va affermando. Un azienda come Lardini – per non citarne che una – utilizza solo stoffe italiane per i capi maschili ricreandole in alcuni casi su antichi disegni d’archivio e alleggerendole (specie le lane) per formare abiti di taglio e leggerezza contemporanei. Le asole sono fatte a mano e un sarto attacca le maniche. Tutto il processo produttivo – dall’ideazione alla messa a punto – è italiano e rintracciabile passo a passo. La novità? Il ritorno dell’ecologico crine nell’imbottitura della spalla. Un dettaglio che fa la differenza e che è un passo avanti verso un prodotto tutto ecocompatibile. Luisa Ciuni
Do you know where do your clothes and shoes come from? Are you sure about the traceability of trousers, jackets, T-shirts? The answer is usually no. Because this factor is often considered unimportant, not worthy of analysis. But, with a more careful reasoning, it is important from both ethical and ecological points of view. Being aware where our clothes come from means being able to face quickly events of allergy and understand if the price of the garment coincides with its value. Indeed, there’s a difference between buying an heat-sealed jacket made in Asia and paying for a handcrafted italian garment; if the price paid is the same, there are lots of unconvincing factors; if the price is high, is unfair if related to the foreign garment. An italian garment offers real guarantees of legality e atoxicity. The others? The others often mean very low salaries, dangerous glues or fixers, exploitation of people (and children), exploitation of the territory. Today the consumers appreciates buying clothes made without committing injustices or crimes and are interested in the origin of the products. A brand like Lardini – just to mention one – uses only italian fabric for menswear collections, inspired sometimes by old archive patterns and lightened to create suits with contemporary cuts and weight. Buttonholes are handmade and a tailor stitches the sleeves. The productive process – from the conception to the finalizing – is italian and traceable step by step. The news? The return of the ecological horsehair for the shoulder pads. A detail that makes the difference and a step towards an entirely ecofriendly product. Luisa Ciuni